Champions League amara per le Stelle: nel round 3 cadono Györi, Bucarest e Buducnost

Il “3” è numero perfetto, simbolo di autorità, espressione di forza. Una misticità, quasi, venuta via tutta d’un tratto nel fine settimana di 3, appunto, potenze della Champions League femminile, tutte protagoniste nella Final4 dello scorso anno. La giornata numero tre (!) è fatale per Györi, Bucarest e Buducnost, che perdono tutte.

La Russia è gelata per le campionesse uscenti del Györi. Le ungheresi perdono 23-22 in casa del Rostov-Don, scaldato – da par suo – dai gol della brasiliana Rodrigues Belo e della spagnola Cabral Barbosa, 11 in due. Con tre turni da giocare, il Gruppo B è di un’incertezza spaventosa. Györi e Rostov-Don, ma anche le danesi del Midtjylland, tutte a 4 punti. Brividi.

“C’è del marcio in Danimarca”. Dall’Amleto, la celebre opera teatrale di William Shakespeare, fino a Bucarest. Al CSM Bucarest, per l’esattezza. Serata sotto i suoi soliti (ed eccellenti) standard per la stella Cristina Neagu – 20 reti nelle prime due partite e solo 2 nel terzo turno – e il Nykøbing Falster, debuttante in Champions League, ne approfitta per piazzare un colpaccio memorabile. Semifinalista di EHF Cup lo scorso anno, con eliminazione peraltro anche del Conversano al terzo turno, la formazione danese si gode Kristina Kristiansen, 163 centimetri e 376 gol con la maglia della Danimarca, su livelli stellari. Sue 6 reti, altre 6 ne mette la svedese Westberg. Quanto basta per un 25-22 da ricordare.

Il killer del Buducnost, invece, parla francese. Certo, rivoluzionata dagli addii di Bulatovic (al Rostov-Don) e Neagu (al Bucarest), la corazzata montenegrina, per quanto affidata sempre alle abili mani di Dragan Adzic, è alla ricerca di una nuova identità. Metz, invece, ha assaggiato la cuisine gourmet della prima classe l’anno scorso, approdando fino ai quarti di finale. Perché non riprovarci? Il 27-23 al Buducnost, peraltro davanti a 4.300 spettatori, è una prova di forza in piena regola. Ed è anche sinonimo di primato, col deserto alle spalle: Kristiansand, Bietigheim e Buducnost sono tutte a -4.

Gruppo C. Dal “3”, il Vardar, alla Final4 lei pure nel maggio scorso, ha contato fino a “4”, significato invece di concretezza e praticità. Necessarie entrambe per liquidare il Larvik in trasferta: 31-19. Poca filosofia, massima resa. Questo è il girone del Thüringer e quindi anche dell’unica giocatrice italiana in Champions League, di Anika Niederwieser. Che ne fa 2 (su 3) nella sconfitta di misura contro l’FTC-Rail Cargo Hungaria (29-25). Di Anika, dagli 11 metri, il gol del 15-14 allo scadere del primo tempo. Da applausi.

La finestra europea torna qui la settimana prossima. Ma passa anche per Sportitalia (canale 60 del digitale terrestre \ 225 del bouquet SKY) con “HandballMania”, in onda domani con la sua 7^ puntata a partire dalle ore 19:30. Si parlerà di Italia, ma anche di Champions League. Spettacolo assicurato.

Matteo Aldamonte
Ufficio Stampa FIGH