Purromuto alla conta dei suoi “fedelissimi”

Posticipata a febbraio, forse anche prima decade di marzo (infatti non si sa precisamente quando),  la data dell’Assemblea elettiva, i prossimi mesi saranno presumibilmente caratterizzati da grandi manovre di posizionamento. La situazione attuale, dopo la tornata “primaria” che ha portato alla elezione di 35 tecnici e 54 atleti in rappresentanza delle rispettive componenti (tra l’altro ancora inspiegabilmente non proclamati!?!), con risultati che hanno premiato nettamente la mozione del “Perimetro” che fa riferimento a Pasquale Loria (un 60% tondo che non lascia margini di discussione), appare abbastanza delineata. Le regioni del Nord e buona parte del Centro (Sardegna compresa) hanno detto chiaramente che vogliono cambiare, di verso opposto la posizione di alcune regioni del centro-sud (Lazio, Puglia e Calabria) e della Sicilia, contesa aperta in Abruzzo e Campania, dove però il risultato è condizionato dalla presenza delle società e dei tecnici del comprensorio “dei miracoli” Marano-Villaricca saldamente in mano al Grande Elettore Maurizio Ifrigerio, la cui influenza si fa sentire anche nel Lazio, che rappresenta con la Calabria e la Sicilia la vera roccaforte del potere purrumutiano. Il presidente uscente, pertanto, oltre ai preziosi servigi di Ifrigerio, può ancora fare affidamento su tre consiglieri fedelissimi: il calabrese Caputo con le sue 20 società under 12 di Reggio Calabria, l’ineffabile e sempreverde Adriano La Croix da Gaeta e il siracusano Placido Villari che, zitto zitto, ha da poco compiuto il capolavoro di portare nella sua città tutte le manifestazioni di novembre (Nazionale maschile e femminile) nonché il proprio allenatore Peppe Vinci in panchina al fianco di Fredi Radojkovic. Fuori dai giochi da tempo, per opposti motivi, Giovanni Saporiti e Cristina Lenardon mentre sarebbe finito nel dimenticatoio Franco Chionchio. Alla finestra resta il “vecchio” Lo Duca mentre tre sono i consiglieri la cui posizione, per diversi motivi, appare indecifrabile o quanto meno in piena evoluzione: Claudio Zorzi, Mario Bazzanella e Angelo Dicarolo. Il primo ha progressivamente e chiaramente preso le distanze dall’attuale governance, seguendo anche il sentimento prevalente del suo Alto Adige, gli altri due appaiono  “sospesi” tra una fedeltà che rischia di diventare immolazione e la tentazione, forte, di mettersi in proprio. Chi sfiderà Loria alle idi di marzo?

Fonte foto Figh.it