Troppi debiti, il Comune sfratta la Terraquilia Handball Carpi

Il debito ammonta a circa 22mila euro e il Comune, dopo vari solleciti di pagamento e proposte di piani di rientro andati a vuoto, ha perso la pazienza: a partire dal trenta giugno, quando scadrà la concessione, l’associazione sportiva non avrà più la possibilità di utilizzare la palestra delle Fassi ma sarà esclusa anche da qualsiasi procedura per l’assegnazione di impianti pubblici sportivi. Così il Comune ha chiuso la sua partita contro la Handball e ha scritto tutto nero su bianco in una determina firmata un mese fa e arrivata ai dirigenti della società. In realtà nessuno alla Handball si è stupito perché da anni il Comune cerca di venire incontro alla società in difficoltà economiche per quanto riguarda i pagamenti dell’affitto della palestra delle Fassi, mentre pare non ci siano problemi per la palestra del Vallauri dove si allena e gioca la squadra di serie A arrivata quest’anno alle semifinali di campionato. Ma i ragazzi delle categorie giovanili da settembre rischiano di non avere una palestra dove allenarsi e giocare. Le fatture non pagate riguardano il periodo tra agosto 2011 e aprile 2015. Il Comune ha approvato prima un piano di recupero che la società ha eseguito solo in parte e a cui è seguito un secondo piano di rientro che però non è stato onorato: già nel 2015 il Comune, si legge nella delibera, mandò diversi solleciti di pagamento richiamando l’associazione al rispetto degli accordi presi. Nel frattempo la Handball non solo ha continuato ad utilizzare la palestra delle Fassi ma ha anche lasciato un debito per l’utilizzo di locali in via Don Sturzo dove aveva piazzato la sede provvisoria. Le rate di pagamento per complessivi 22mila euro sono scadute il 28 dicembre 2016 e il 28 gennaio 2017, a febbraio l’amministrazione ha inviato una lettera specificando che se la società avesse continuato a non pagare sarebbe stata esclusa da qualsiasi procedura di gara per altre strutture. In tutta risposta la Handball ha proposto un piano di rientro da 750 euro al mese che il Comune ha bocciato «visto il mancato rispetto del piano di rateazione più volte manifestato in passato». I dirigenti hanno chiesto un incontro con il sindaco che si dovrebbe svolgere nei prossimi giorni. Il direttore generale Claudio Cerchiari è furioso: «Siamo una delle prime tre squadre di pallamano in Italia, portiamo il nome di Carpi e il Comune non vuole aiutarci, a differenza di altre amministrazioni». La società, spiega Cerchiari, non chiede alcuna quota di iscrizione ma corrisponde ai giocatori di serie A un rimborso spese: quindi, tra le spese e le mancate entrate si sarebbero generate le difficoltà economica.