Pubblicati anche i calendari della Seconda Divisione Femminile, si può finalmente andare in vacanza. Sette gironi (non otto come lo scorso anno e come dice la circolare federale n. 37): uno da 9 squadre (Trentino-Alto Adige), uno da 8 (Lombardia/Piemonte), uno da 7 (Calabria/Sicilia), 2 da cinque (Veneto ed Emilia Romagna/Toscana), 1 da quattro (Marche/Abruzzo/Lazio) ed infine 1 da 2 (Sardegna). Tre promozioni al termine della stagione, accederanno alla Poule sei squadre: le prime dei gironi A (Lombardia/Piemonte), B (Trentino-Alto Adige) e F (Calabria/Sicilia), più altre tre al termine di altrettanti spareggi, il primo tra le seconde dei gironi A e B, il secondo tra le vincenti dei gironi C (Veneto) e D (Emilia Romagna/Toscana), il terzo tra le vincenti dei gironi E (Marche/Abruzzo/Lazio) e G (Sardegna). Campionato Nazionale? Si ha un bel dire…
Non vogliamo cadere nella tentazione di una “facile” ironia perché il quadro proposto parla da solo ed i lettori possono fare le proprie considerazioni, pertanto by-passiamo il commento “scontato” e andiamo ad analizzare la griglia delle partecipanti, girone per girone: 40 squadre, appena due in meno dello scorso anno, è già un successo.
Il girone più nutrito, come al solito, è quello Trentino-Sudtirolese (quest’anno denominato B) con nove formazioni, lo stesso numero dello scorso anno. Interessante la partecipazione della più antica società italiana, il blasonato Bozen, campione maschile in carica, che presenterà una formazione giovane e molto agguerrita, già sul gradino più alto del podio in Under 16 e sicuramente protagonista anche nella prossima stagione Under 18. A contendere al Bolzano i due posti utili per l’accesso alla Poule, ci saranno le solite Brixen e Taufers oltre chiaramente al Bruneck, che già lo scorso anno ha sfiorato il salto di categoria. A completare il quadro: Algund, Hochpustertal, Mezzocorona, Besenello e Kaltern.
Nel girone A otto squadre, una in più della scorsa stagione, al Vigevano, che non ha rinnovato l’iscrizione, sono subentrate due formazioni piemontesi – e questa è sicuramente una buona notizia – il Derthona e la Cum Petere Valpellice. Anche qui due posti per tentare la scalata in AF, favorite sembrano, sulla carta, la Leonessa Brescia, molto attiva sul mercato grazie alla direttora Gloria Sbardellati ed il Sanlazzaro (ex Bancole) dell’ex CT Azzurro Ivaci. Da non sottovalutare le potenzialità della Virtus Carnago, finalista lo scorso anno, formata prevalentemente da giocatrici di provenienza Cassano Magnago e la gloriosa Raluca, unica società stellata della pallamano femminile italiana. Un passo indietro il Leno ed il Ferrarin del presidente Angelo Strada, che però stanno ben lavorando nei settori giovanili e potranno dire la loro nel giro di qualche anno. Non saranno del campionato le liguri Bordigera ed Imperia, che anche quest’anno preferiscono i più comodi e sicuri approdi della Costa Azzurra e delle Alpi Marittime francesi, prima o poi qualcosa bisognerà fare per recuperare queste realtà importanti alla nostra pallamano.
Girone veneto (C) sorprendentemente “povero” almeno in termini numerici, solo cinque squadre, pochine per una realtà tra le più attive e floride del panorama nazionale. Dopo la defezione, lo scorso anno, di Vigasio e Barracuda, ora tocca al Cus Udine levare le tende, restano Dossobuono, retrocessa dalla A e favorita d’obbligo, Oderzo, Guerriere Malo, da anni in vetta nei settori giovanili, Cellini Padova e Musile. La prima spareggerà con la vincente del girone D (Emilia Romagna/Toscana), raggruppamento molto equilibrato che vede ai nastri di partenza Mugello, Tushe Prato, Bazzano, Marconi Jumpers e la new entry Stilnovo che sostituisce di fatto il Firenze La Torre. Defezione anche in Maremma, Grosseto, altra piazza tradizionale, non si è iscritta lasciando il girone E con sole 4 squadre: Cingoli (favorito), Flavioni Civitavecchia, Pontinia e Guardiagrele. La vincente affronterà, nello spareggio, una delle due sarde: Sardegna HT o Sassari 1976, che si affronteranno ben dieci volte prima di mettere il naso fuori dall’Isola.
Unica novità nella composizione dei gironi, la fusione tra Calabria, l’anno scorso partita in sei ed arrivata in quattro (Cosenza e Antares ritirate) e la Sicilia dove sono rimaste sole, solette le due messinesi: Messina e Messana. Quattro le calabresi: Meta Due, Girls Terranova, Lamezia Terme e Reggio Calabria, alle quali si aggiunge la campana V. Ferrara di Benevento. Accesso diretto alla Poule per questo girone.
Completato il quadro, ci preme tornare sulla difficile e triste situazione della Sicilia. Dopo la già annunciata defezione dello Scinà Palermo, solo due anni orsono quarta in A1, è arrivata la non iscrizione di un altro pezzo di storia della pallamano femminile, il Guidotto Licata, che sancisce, oramai in maniera definitiva, la scomparsa di una regione che solo dieci anni fa, nel “famigerato” 2005/06 contava, tra A1, A2 e B, ben 19 squadre, si proprio 19, avete capito bene. Tra queste che ora non ci sono più Enna, S. Giovanni la Punta, Regalbuto, Marsala, Eos Siracusa, Hybla Mayor, Rosolini, oltre le palermitane Tiger e Matteotti ed il Don Sturzo Bagheria. Solo per citare le più note. Povera Sicilia, un tempo culla della pallamano, ora propaggine della Calabria.
Chi lo sa se il presidente del CONI Sicilia, l’on. Sergio D’Antoni, questa cosa la sa?