
Il risultato finale di Teramo – Indeco Conversano, con la vittoria delle abruzzesi 29-26, ha rappresentato la vera sorpresa della prima giornata della 1^ Divisione Serie A femminile. Una sorpresa derivata anche nel modo in cui ha vinto Teramo.
Le biancorosse infatti, dopo i primi 7’ equilibrati (3-3) sono state sempre avanti nel punteggio. Lo hanno fatto in maniera costante di 4 reti dal 12’ (7-3, dopo un break di 4-0) al 21’ (12-8); ad ogni goal pugliese è corrisposto quello teramano. Chiusa la prima frazione avanti di due (15-13), le aprutine hanno sofferto il ritorno del Conversano solo nei primi 7’ della ripresa; le ragazze di Sejmeniovic solo in questo frangente, con un parziale di 1-5, hanno trovato l’unico vantaggio in proprio favore (7’ 16-18).
Chi si aspettava un Teramo oramai “suonato” ha avuto di che ricredersi; contro-break biancorosso di 4-1 e al 16’ il tabellone del Pala San Nicolò indica il team di casa già nuovamente avanti di due (21-19). Le due reti di vantaggio sono restate costanti fino al 25’ (25-23), per poi tornare ad essere tre in maniera continuativa dal 26-23 del 26’ al 29-26 finale.
Ma come è maturata questa vittoria? Teramo ha vinto la gara in difesa e nella seconda fase. La 6-0 messa in campo da Massotti ha messo in luce tutte le caratteristiche difensive di questo gruppo: difesa granitica, centimetri, forza, sincronismo nei movimenti, esperienza. In chiave difensiva, rispetto alla passata stagione l’innesto di 4/6 nuovi (Pastor, le sorelle Canessa e Bassanese ha messo in luce proprio queste caratteristiche.
La conferma poi che i goal si costruiscono innanzitutto in difesa è data dall’immediata seconda fase lanciata con continuità sui palloni recuperati in quantità industriale in fase difensiva; le ali Bassanese e Belen Canessa sono state lanciate con continuità verso la porta conversanese. Chiudendo il discorso difensivo, tra i pali Savoca e Stangoni, aiutate molto dal lavoro della difesa, si sono dimostrate all’altezza.
In attacco, oltre alla seconda fase, Teramo ha saputo attaccare molto bene con la difesa pugliese schierata. Tralasciando l’ottima prova della “sempreverde” Palarie (17 reti in 60’), la squadra ha dimostrato di possedere molte soluzioni di tiro; dialogo molto accentuato con il pivot (l’asse Pastor – Daniela Canessa nasce dai tempi di Sassari), scalare per le ali, conclusioni personali di atlete tutte capaci di andare alla penetrazione e all’uno contro uno.
Anche Palarie, accusata in passato di troppo “egoismo sportivo”, ha dialogato molto con le compagne di squadra. La capitana, nella collaborazione di gioco con le compagne, quest’anno sembra dare e ricevere più “fiducia tecnica”; segno di amalgama del gruppo. La squadra non ha sofferto neanche il cambio di marcatura con una 5-1 su Palarie; esclusa la capitana dal gioco, la squadra è stata viva lo stesso nel costruire e nel trovare ulteriori soluzioni di tiro.
Il cambio attacco-difesa sull’asse argentina Stettler – Gioia ha portato peso in difesa ed agilità in attacco; le due atlete, con caratteristiche fisico-tecniche opposte, si completano a vicenda. In casa Teramo ha destato anche un’impressione positiva la forza di reazione del gruppo.
In avvio di secondo tempo, dopo aver dato tanto nella prima frazione, nel trovarsi sotto per la prima volta di due reti dopo un break di 1-5, la squadra di casa sarebbe potuta “scoppiare” sotto l’improvvisa pressione, soprattutto se fosse stata solo un caso la prestazione dei primi 30’. Così non è stato, recuperando, sorpassando e vincendo in maniera inequivocabile. La “mano” del tecnico in questa vittoria si vede tutta: Massotti ha dato tranquillità e consapevolezza nei propri mezzi al gruppo. Un gruppo nuovo che ha potuto costruire a sua “immagine e somiglianza tecnica”.
Le caratteristiche di gioco della squadra rispecchiano infatti in pieno il suo “credo pallamanistico”; forte difesa, seconda fase, cambio attacco – difesa, ritmo e continuità di gioco. Per esempio si è notata “l’intelligenza tattica” del tecnico nello spendere un time out nella prima azione di attacco in inferiorità numerica senza il centrale Pastor: la squadra era in difficoltà e senza idee nell’impostare il gioco. Immediato stop, chiarimento in panchina, e la squadra ha ripreso a giocare in impostazione con soluzioni alternative altrettanto valide.
Quest’anno Massotti ha avuto la possibilità di lavorare dall’inizio con il gruppo e ha potuto pretendere il meglio da ogni singola atleta. Questi i dati positivi del Teramo, sui quali è stata costruita la vittoria contro la favorita Conversano.
Dopo i tanti dati positivi, veniamo ora ai naturali dubbi che possono esserci anche in una squadra che vince. Il limite più grosso della squadra, alla lunga, potrebbe essere la “panchina corta”. Escludendo il cambio tra i portieri e quello attacco difesa Stettler-Gioia, le altre cinque atlete titolari hanno “tirato la carretta” per 60’. Eventuali infortuni potrebbero pesare. In tal senso la società si sta muovendo per cercare di puntellare l’organico con un paio di atlete. D’altronde, in questa stagione un ulteriore sforzo economico sarebbe veramente un peccato non farlo. L’analisi appena fatta, naturalmente è riferita solo alla prima gara di campionato di questa squadra.
I naturali dubbi quindi restano due. Il primo relativo alla conoscenza del gioco di questa squadra; Conversano ha affrontato Teramo quasi “al buio”, senza riferimenti di altre gare di campionato. Mano a mano che andranno avanti le giornate, il gioco del Teramo sarà conosciuto e verranno provate o trovate contromisure. E qui si capirà se le tante soluzioni positive evidenziate dal Teramo contro Conversano potranno diventare prevedibili o meno.
L’ultimo dubbio sulla squadra riguarda la prestazione: è stata una prestazione “al top”, di quelle non sempre possibile da realizzare, oppure questa rappresenta lo standard di questa squadra? La differenza è notevole e solo il campo, nelle prossime gare, potrà chiarirlo.