A tu per tu con Beppe Tedesco, mister che ha appena concluso l’esperienza con la Pallamano Veneta, al quale abbiamo posto alcune domande in merito alla discussione della settimana: i naturalizzati.
HandballTime: Mr. Tedesco, innanzi tutto grazie per aver accettato l’invito di Handball Time. Veniamo subito al dunque, la sua opinione sul tema del sondaggio, Sporcic in Nazionale subito o meglio non togliere spazio ai giovani italiani?
Beppe Tedesco: Grazie, e soprattutto in bocca al lupo per la Vostra iniziativa che era secondo me necessaria per poter parlare in maniera corretta del Nostro meraviglioso sport e per cercare di far sì che anche in Italia si sviluppi una cultura pallamanistica. Credo che il discorso non sia affrontabile nel limitato contesto del lo “straniero” che ruba il posto ai giovani italiani; penso che per far crescere la nazionale, e con essa tutto il movimento, sia obbligatorio sì lavorare fortissimo con le selezioni giovanili, ma anche avere una squadra senior competitiva, della quale debbano far parte quelli che il Selezionatore ritiene siano i migliori giocatori, fra i quali quindi dovranno rientrare anche i giovani italiani di talento e che giocano ad un buon livello, e che quindi se lo meritano e non solo perché sono giovani. Il punto è che devono giocare i giovani, ma non solo perché sono giovani, perché sono forti e sono disponibili a fare pallamano ad alto livello con tutti i sacrifici che questo richiede. Che poi Sporcic o chiunque altro nelle condizioni di Sporcic possa giocare in Nazionale mi sembra sia solo questione di scelta dell’allenatore, che deve ritenere sia utile alle esigenze della squadra, che non dimentichiamo deve avere il compito di vincere per cercare di alzare il ranking della nostra nazionale che in questo momento non favorisce la nostra partecipazione alle manifestazioni internazionali.
HandballTime: In tutti gli sport di squadra si verificano periodicamente contrasti tra Club e Federazioni sulla gestione dei giocatori. Lei è stato anche CT Azzurro, qual è il giusto punto di equilibrio tra esigenze dei Club e programmazione delle attività federali?
Beppe Tedesco: Personalmente credo che alla Nazionale per i giocatori che ultimamente la compongono, servirebbe uno “straniero” nel ruolo del portiere, in cui secondo me scontiamo una mancanza di impatto fisico che in altri ruoli abbiamo ormai superato. E per finire devo dire che uno “straniero” dovrebbe essere un giocatore di altissimo livello per riuscire a dare una svolta ad una nazionale che però dovrebbe essere già una buona nazionale, vorrei ricordare che la Spagna ha compiuto il Suo salto verso il vertice naturalizzando a metà anni 90 due grandissimi giocatori di origine russa, Andrei Shchepkin e soprattutto Talant Dujshebaev, naturalizzato nel momento in cui era stato proclamato miglior giocatore del mondo! E’ vero che in tutte le Federazioni si presentano contrasti fra Club e Nazionale, ma è anche vero che normalmente questi contrasti vengono superati con una normale dialettica fra le parti; nel Nostro caso credo che i Club possano avere solo vantaggi dal lavoro svolto in Nazionale dai loro giocatori, perché la frequentazione degli ambienti internazionali, di partite di alto livello è un valore troppo importante per la crescita dei giocatori, ed in questo momento storico per i Club italiani non è assolutamente facile fare di queste esperienze.
HandballTime: Pensa che la Juventus abbia fatto bene a richiamare Chiellini?
Beppe Tedesco: Penso che siano subentrate delle logiche particolari vista la situazione che si era da poco creata dell’abbandono del loro allenatore; per noi sarebbe importante nel caso di un’atleta infortunato o reduce da un infortunio avere certezze sui trattamenti riabilitativi da seguire e se possano essere svolti in ambedue le situazioni (Nazionale o Club).
HandballTime: Ritiene che i rapporti tra Club e Nazionale siano un fatto privato tra allenatori o pensa sia più opportuno attivate dei filtri manageriali, tipo una figura autorevole (come Oriali nel calcio) che gestisca determinati processi operativi e di comunicazione?
Beppe Tedesco: Ritengo che comunque debbano esistere rapporti di fiducia e di scambio di opinioni fra tecnico della Nazionale e Tecnici di Club, mi sembra fondamentale un’interazione fra le due figure perché hanno a che fare in tempi diversi con lo stesso giocatore, e devono occuparsi del Suo essere atleta di campo; poi sarebbe sicuramente auspicabile la presenza di un Manager addetto alla squadra Nazionale, ma il rapporto a questo punto dovrebbe essere un rapporto parallelo a quello fra i tecnici e riguardare ambiti prettamente societari.
HandballTime: Approfittiamo della sua disponibilità per un’ultima domanda. Pensa che l’attuale configurazione della Serie A e la relativa formula rappresentino la soluzione migliore per la crescita sia dei Club sotto il profilo organizzativo e professionale, sia dei giocatori che poi devono confrontarsi in Europa?
Beppe Tedesco: L’attuale configurazione della Serie A non è assolutamente adatta alla crescita della pallamano italiana. Purtroppo, invece di cogliere l’opportunità della crisi che realmente investe il mondo dello sport dilettantistico, come motivo per razionalizzare le poche risorse, abbiamo reagito difensivamente e pensando alla sola sopravvivenza, creando un Campionato a gironi in cui la maggior parte delle partite non si gioca ad un livello adeguato, in cui vengono per la maggior parte impiegati o giocatori ormai sportivamente anziani e senza alcuna prospettiva di utilizzo in Nazionale o giocatori giovani o giovanissimi utilizzati semplicemente per riempire i fogli gara; ma ancora peggio è che un così gran numero di squadre determina la mancata aggregazione dei migliori giocatori, che quindi si trovano ad allenarsi in realtà poco stimolanti dal punto di vista tecnico.