Un vero e proprio flop di cui si è persa memoria. Tra i più grandi errori della Governance “giubilata” a dicembre occupa un posto di rilievo l’organizzazione a Bressanone dell’Alpe Adria Cup nel 2018. La competizione, in auge negli anni ’70 e ’80, riprese vigore dopo appena un anno dall’insediamento della nuova Governance su spinta dell’allora presidente vicario (ed oggi candidato alla presidenza FIGH), Stefano Podini che, a margine dell’accordo sancito con le Leghe di Austria, Svizzera e Slovenia ebbe a rimarcare…
“L’idea del progetto è nata durante l’ultima riunione della “EPHLA” che si è svolta a Parigi a Novembre 2016 ed ha diversi obiettivi tra cui quella di dare un’opportunità ai “club minori” di svolgere attività internazionale in un periodo di riposo per tutte le nazioni scegliendo un week end di Gennaio e permettere alle coppie arbitrali dei singoli paesi di aumentare il bagaglio di esperienza internazionale e di creare soprattutto un prodotto attrattivo per i media e gli sponsor”.
Al “restart” dell’Alpe Adria Cup, organizzata per volere di Stefano Podini in Italia, presero parte i Campioni d’Italia del Bolzano, le austriache Alpla Hard e Ferlach, le slovene Maribor e Krka, le svizzere Bern e Aarau. Per la cronaca s’impose il Bern che ebbe la meglio in finale, nel derby tutto svizzero, sull’Aarau. Fin qui il dato tecnico di una manifestazione sicuramente interessante sulla carta ma che non suscitò particolare interesse di pubblico con partite disputate dinanzi a poche decine di spettatori; un’anomalia per un centro di grande tradizione pallamanistica come Bressanone.
Ma a fronte di quello che tra gli addetti ai lavori venne rubricato alla voce “flop”, fece da contraltare il massiccio investimento della FIGH. Furono quelli, infatti, giorni particolarmente caldi per la Governance guidata da Loria che su spinta di Podini si sobbarcò il costo della manifestazione in presenza di una “promessa” (mantenuta solo in minima parte) di importanti sponsorizzazioni…Ecco, in un momento in cui c’è grande attenzione per il bilancio della Federazione, sarebbe bello che proprio il fautore di quella iniziativa, mai più replicata per i costi eccessivi, facesse chiarezza sul clamoroso “buco” in bilancio determinatosi proprio in seguito a quell’evento. In pratica uno “sfizio”, un vezzo personale, costato alla FIGH non meno di 70 mila euro.