Andrea “Ceghe” Reghellin: “Vi racconto la mia esperienza con il Covid-19”

E’ stato sicuramente l’emblema della lotta al virus. Guarisce dal Covid e torna casa, dopo circa 40 giorni, sommerso dall’affetto della propria famiglia. Andrea “Ceghe” Reghellin, uno dei tecnici della Pallamano Oderzo, ha potuto fare ritorno dai propri cari dopo un lungo periodo di degenza trascorso in ospedale. “Ho dovuto fare i conti – ci racconta al telefono lo stesso Andrea Reghellin – con la brutta bestia. Ho allenato sino allo scorso 12 novembre dopodiché ho iniziato ad avvertire i primi sintomi. Il 15 novembre mi sono sottoposto a tampone, poi sono rimasto a casa per circa una settimana con la febbre. La saturazione e le mie condizioni di salute non miglioravano ed allora si è reso necessario il ricovero presso l’ospedale di Oderzo, mi sono aggravato ed allora è stato deciso il trasferimento presso il nosocomio di Treviso in quando ero a rischio “terapia intensiva”. Rischio fortunatamente scongiurato, quindi sono stato trasferito nuovamente ad Oderzo. Pian piano le mie condizioni di salute sono migliorate, il 10 dicembre stavo per essere dimesso in quanto guarito dalla polmonite bilaterale ma le mie condizioni fisiche non erano sicuramente le migliori”.

E’ iniziata quindi una nuova battaglia contro il Covid…

Sono stato trasferito presso un centro riabilitativo, sono tornato atleta ed ho sostenuto due settimane di allenamenti. Sono stato dimesso ieri mattina, ho potuto fare ritorno a casa dopo ben dodici giorni di riabilitazione”.

Esperienza questa che ha segnato profondamente Andrea Reghellin…

Prima di tutto mi ha segnato fisicamente, non sono ancora ovviamente al cento per cento, devo recuperare la condizione fisica. Il Covid comunque mi ha segnato anche dal punto di vista umano, ho visto la sofferenza ed anche un mio compagno di stanza non farcela a causa di questo maledetto virus. L’affetto di amici e parenti mi hanno dato la forza di lottare, le parole dolci di qualche persona vicina mi hanno aiutato a superare anche i momenti di sconforto”.

Parole d’elogio anche per i sanitari, i veri eroi della pandemia…

Il personale sanitario è stato fantastico, sono stati straordinari ed è per questo che voglio ringraziarli. Ringrazio tutti coloro che mi hanno assistito, nessuno escluso. Appena sarà possibile andrò a stringere personalmente le loro mani”.

Infine si spera che con l’arrivo del 2021 ci si lasci alle spalle tutto ciò…

Bisogna saper lottare – conclude Reghellin – in una corsia d’ospedale così come quando si è in campo. Personalmente spero di mettere alle spalle tutto ciò, ora bisogna guardare avanti, una cosa è certa tornerò nuovamente ad allenare. La speranza è quella di metterci tutto alle spalle: mi auguro che la situazione sanitaria migliori ed i giovani possano tornare a fare lo sport che amano. Speriamo di tornare presto alla normalità”.