E’ il “cavallo di battaglia” della cordata elettorale che fa capo all’ex vice presidente vicario della FIGH, Stefano Podini. Argomento sensibile, sbandierato ai quattro venti, sempre in maniera superficiale e solo a fini propagandistici. Parliamo del disavanzo sui conti federali con il quale si è chiusa anticipatamente l’esperienza della governance Loria “senza la possibilità, già preventivata, di porvi rimedio”.
Numeri, allusioni, fake news, senza però mai fare chiarezza fino in fondo, senza mai raccontare, concretamente, al Movimento la “storia” di quel passivo così tanto reclamizzato. L’opacità con la quale si tratta l’argomento ci ha spinti a raccogliere il parere dell’ex consigliere federale Marcello Visconti, oggi coordinatore del Movimento Seconda Fase.
“E’ tempo – dice – di raccontare come sono andati i fatti e riposizionare con onestà intellettuale le tessere di un mosaico complesso come del resto è un bilancio di una Federazione Sportiva Nazionale”.
Come è stato possibile chiudere in disavanzo il 2022?
È stato un anno di forte espansione e attività. Il valore della produzione è stato di poco inferiore ai 7 milioni di euro, ma a tale incremento positivo, il migliore di sempre, si è registrato l’aumento dei costi derivato da attività delle squadre nazionali, in particolare giovanili (europeo 18 e 20 m e mondiale 20f) gravato dal mancato contributo integrativo, per il secondo anno consecutivo, di Sport e salute. Ricordo che nel 2020 tale gettito fu di 600k euro. Facile capire come con anche meno della metà si sarebbe perlomeno chiuso in pareggio.
Questa è una spada di Damocle per tutte le federazioni: non si hanno mai dati certi di assegnazione fino all’autunno di ogni anno.
Eravate consci del pericolo? Tutti?
Beh… Direi di sì. Tutti avevamo accesso alle delibere che per la maggior parte sono state votate, fino almeno allo scorso settembre, con larga maggioranza, alcune all’unanimità. In federazione nulla può passare in sordina. La costruzione del bilancio federale prevede un esercizio preventivo con relativa approvazione, ivi compresa l’attività Azzurra. Durante l’anno una serie di delibere ed eventuali variazioni sottoposte al consiglio federale che concorrono poi alla redazione del consuntivo. Alquanto strano che il consuntivo 2022 sia stato votato a maggioranza, compreso i consiglieri Bientinesi e Petazzi ma con l’astensione di Fiorino e Podini. Come se a posteriori avessero rinnegato le scelte anche da loro avallate nei mesi precedenti. Strano, no?
Ed il consigliere Sorrenti?
Assente in fase di approvazione
E per il 2023?
Il bilancio preventivo 2023 prevedeva una attenta gestione delle spese anche in relazione agli obblighi derivanti dal piano di rientro triennale approvato dal CONI e dal collegio dei revisori. La gestione è stata programmata tenendo ben a mente tale vincolo senza, però, incorrere in pesanti e deludenti passi indietro in termini di visibilità, programmazione di eventi e partecipazione ad attività intenzionali obbligatorie.
Ci sarebbe da chiedersi se una volta sciolto il consiglio federale per i noti episodi si sia poi provveduto a concretizzare e a finalizzare quelle operazioni già in essere per incamerare fondi necessari alla sostenibilità del bilancio. Parlo, ad esempio, del contributo della regione Abruzzo già erogato nel 2022 (200k) a favore e sostegno del progetto Campus Italia e centro tecnico federale che doveva essere finalizzato a dicembre e del progetto Erasmus Hiep (79k) che prevedeva il lavoro ed il coinvolgimento della commissione tecnica. Con questi ingressi la situazione economica sarebbe stata assolutamente in linea ed invece lo scioglimento del Consiglio voluto da sei consiglieri ha determinato un blocco anticipato di tutte le attività già programmate.
Una delle accuse che vi vengono mosse, riguardo la gestione economica, è l’eccessiva spesa per le squadre nazionali. Avete distratto fondi da altri capitoli?
Abbiamo ereditato nel 2016 un bilancio federale di poco superiore ai 4,5 milioni e negli anni siamo arrivati a sfiorare i 7, alternando anni di attività con anni di passività come è normale che sia nel momento in cui si decide di crescere e non di vivacchiare come per troppi anni è stato fatto, superando una pandemia (con manovre a tasse federali zero) e subendo la progressiva e insensata decontribuzione di Sport e Salute. Il contributo pubblico destinato alle squadre nazionali è obbligatoriamente destinato a quel capitolo di spesa. Il lavoro delle selezioni azzurre è stato sicuramente importante, con risultati specialmente a livello giovanile, sotto gli occhi di tutti. Ciò comporta un forte impegno finanziario ma parallelamente si è sempre puntato su visibilità, formazione, campionati, sviluppo. Ovviamente con risultati a volte positivi, a volte meno. Ma ciò è normale in un periodo di governo. La gestione della macchina federale è stata ottimizzata negli anni per costare il meno possibile (1/3 del bilancio).
E per i club? Cosa avete fatto? L’aumento delle tasse gara?
Gli aumenti dei contributi sono normalmente programmati ad inizio quadriennio. Abbiamo atteso la normalizzazione del post pandemia per apportare delle modifiche. Ma parallelamente siamo stati anche una governance che negli anni ha erogato centinaia di migliaia di euro in incentivi circa un milione di euro negli ultimi quattro anni!
Qualche iniziativa fatta in questi sette anni che non aveva senso fare?
Molto spesso più fai e più ti esponi all’errore. Probabilmente abbiamo sbagliato anche qualche sede di evento o puntato su idee poco sentite dal movimento, fine a se stesse. Mi viene in mente l’organizzazione della ri-edizione dell’Alpe Adria Cup, svoltasi in Alto Adige con la partecipazione di squadre di Alto Adige, Austria, Svizzera. Doveva essere una manifestazione annuale con sede itinerante nei vari paesi ma dopo la nostra edizione non si è dato seguito alla cosa e in assenza di continuità è rimasto un importante disavanzo da assorbire. Ricordo che ci fu molta pressione da parte del vicario affinchè si organizzasse in Italia quella manifestazione rivelatasi, poi, inutile e, soprattutto, gravosa.
Oppure il tentativo, seppur lodevole, di introdurre il Var nel campionato di A1 m e f. La sperimentazione della Coppa Italia 2023, è costata molto. Un’iniziativa fine a se stessa, in quanto ci si è subito accorti (i più anche molto prima sulla carta) come fosse improponibile per chiunque nel nostro campionato.
E il Campus? Conviene che ha appesantito il bilancio?
Come tutti gli investimenti, il costo dei primi anni è innegabile. Il Campus è un progetto importante, con costi importanti che in assenza di contribuzione pubblica (integrativo Sport e salute) e privata fatica a trovare posto. Ciò nonostante se si considera il contributo regionale, l’investimento è sostenibile. Altro è, poi il centro Tecnico Federale, un simbolo identitario di una Federazione che permette con tutte le facilitazioni del caso, di organizzare stage, finali nazionali, eventi di formazione che attuati in altre sedi, avrebbero costi meno certi, con una economia di scala difficilmente applicabile e quindi probabilmente superiori.
di Piero Attanasio