Riprendendo ed analizzando i dati contenuti nell’articolo “Piange il calcio, ride la pallamano” vengono immediatamente due riflessioni. La prima riguarda il metodo di ripartizione dei fondi adottato dal CONI.
I parametri di valutazione posti a base del calcolo finalmente hanno premiato una disciplina, come la Nostra, che non può vantare risultati di eccellenza ma rivendicare solo la grande diffusione in Europa e nel Mondo, che ne fanno uno degli sport più seguiti e praticati.
La seconda, conseguenziale, che è giunta l’ora di accelerare, di cambiare passo per recuperare posizioni e per consentire alla pallamano italiana di uscire dall’anonimato. Si badi bene, non saranno certo 250/300 mila euro di contribuzione annua supplementare a cambiare le sorti di un movimento che per molti versi appare ripiegato su se stesso e propenso al vittimismo ed al lamento, ma è un segnale, quasi a dire “muovetevi”.
Muoversi verso dove? Sicuramente va invertita la tendenza al ribasso che da anni avvilisce il movimento, pochi interventi ma che diano un segnale preciso: investiamo su noi stessi, promuoviamo la crescita, premiamo il merito e favoriamo l’autonomia.
Investiamo qualche euro nello sviluppo dell’intero movimento, magari istituendo un fondo per incentivare quelle società che maggiormente si distinguono per risultati sportivi assoluti e giovanili, partecipazione alle competizioni internazionali (coppe europee), gestione di centri giovanili accreditati e, perché no, giocatori/trici forniti alle rappresentative nazionali, solo per indicare qualche parametro.
Si supererebbe in questo modo la politica dell’incentivo attraverso il ribasso lineare e sportivo, in altre parole meno tasse gara per tutti indistintamente e meno (in pratica nessuno) obblighi per l’attività giovanile.
Politica di contenimento dei costi a carico delle società, che sebbene possa aver avuto una logica congiunturale, non si presta a favorire la progettualità, la crescita dei Club e pertanto dell’intero movimento sportivo.
Se a questo aggiungessimo maggior autonomia gestionale e soprattutto finanziaria per i territori, sposando il principio che tendenzialmente le risorse raccolte su un determinato territorio deve restare in loco per il finanziamento dei programmi di sviluppo regionali e di area, potrebbe venirne fuori un bel programma finalizzato a dare finalmente una chance di crescita al Nostro Meraviglioso Sport, che non dimentichiamolo è uno dei più diffusi al Mondo.
Un fondo per lo sviluppo con incentivi parametrati al merito, più autonomia gestionale e finanziaria per i territori/Aree, un piano di comunicazione forte che preveda la valorizzazione/incentivazione delle leghe per la gestione dei campionati maggiori, infine un nuovo progetto di promozione di base che coinvolga la scuola primaria ed accrediti i centri di formazione giovanile dei Club.
Quattro punti qualificanti, tutti racchiusi in un bell’involucro trasparente. #cambiamo_passo