Campionati femminili: uno sguardo sul futuro

La stagione 2014/15 volge al termine, il campo ha prodotto i verdetti definitivi, promozioni e retrocessioni, nonché il quadro completo dei campioni regionali di categoria, restano da assegnare tutti gli scudetti, ma questo non impedisce di proiettarsi fin da subito nella prossima stagione, il che significa iniziare a parlare di formule, gironi, ripescaggi e quindi, ahinoi, rinunce.
Partiamo dal settore femminile, nel quale si prevede la riconferma dell’attuale formula strutturata su due livelli di competizione: un girone unico nazionale (Serie A) ed una Seconda Divisione Nazionale, nata la scorsa estate dall’ accorpamento della “sofferente” serie A2 articolata su tre gironi interregionali e della vecchia e striminzita serie B regionale. Partita con 46 formazioni iscritte, divise in otto gironi, forse troppi, probabilmente per attutire l’impatto della fusione in capo ai Club di serie B, la nuova categoria nazionale ha scontato subito le rinunce del “glorioso” Vigasio, protagonista nei primi anni 2000 con Sassari e Salerno di agguerrite sfide scudetto, e della formazione sarda del Santu Nigola di Selargius, tanto che il girone F si è svolto con sole due partecipanti (Pol. F. Di Nardo e Sassari 1976). Ritiri anche in corso di campionato hanno interessato il girone F (Sud) con Cosenza ed Antares che non hanno portato a termine, per motivi diversi, gli impegni programmati. Quindi 42 Club divisi in otto gironi: uno da 2 (come già detto), due da 4 (Sicilia e Sud), due da 5 (Centro), uno da 6 (Veneto), uno da 7 (Lombardia) e uno da 9 (Trentino-Sud Tirol) integrato dalla partecipazione di una squadra austriaca fuori classifica. Le fasi successive, spareggi interregionali e Poule finale, hanno determinato la promozione di Mestrino, Team Teramo e Schenna, che rimpiazzeranno in Serie A la retrocessa Dossobuono, la quale tra l’altro pare sia intenzionata ad inoltrare domanda di ripescaggio entro il termine del 21 maggio come previsto da circolare federale.
Alla luce di questa ricostruzione si potrebbe ipotizzare una Serie A 2015/16 a girone unico nazionale con 10 squadre partecipanti (non accadeva da tempo) e una Seconda Divisione con almeno 40 formazioni iscritte, almeno perché essendo campionato d’ingresso potrebbero esserci, auspicabilmente, nuove iscrizioni. Il condizionale resta d’obbligo, dal momento che i soliti problemi economici ed altre valutazioni di carattere tecnico-organizzativo potrebbero indurre qualche società a fare un passo indietro, Schenna per esempio pare sia in forte dubbio. Ma alla fine il massimo campionato sembrerebbe, quest’anno, immune da pericoli di partecipazione, più complessa la vicenda della Seconda Divisione.
Al netto di nuovi ingressi, infatti, le 40 formazioni al momento annoverabili ai nastri di partenza, ripetiamo non teniamo conto per ora delle possibili iscrizioni aggiuntive, dovranno essere ridistribuite secondo un criterio più in linea con l’esigenza di organizzare campionati formativi principalmente sotto l’aspetto tecnico. La nostra idea è tendenzialmente formare gironi di almeno 8 squadre.
In quest’ottica, fatto salvo il girone trentino-tirolese, servono degli accorpamenti, ovvero una nuova distribuzione territoriale. Una ipotesi conservativa potrebbe prevedere il mantenimento del girone lombardo (7 squadre), l’integrazione del girone veneto con le due squadre dell’Emilia Romagna (Bazzano e Marconi Jumpers) in modo da formare un raggruppamento di 8 formazioni, l’accorpamento dei gironi centrali con le formazioni di Toscana (4), Marche (1)  e Lazio (2), l’accorpamento dei gironi di Calabria (4) e Sicilia (4) e il mantenimento  della deroga sarda, ancorché poco giustificabile sotto il profilo squisitamente sportivo, con discapito, prima di tutto delle stesse squadre dell’isola. Una seconda ipotesi, pertanto, potrebbe contemplare l’accorpamento delle sarde a uno degli altri gironi, in alternativa quello lombardo, oppure il veneto-emiliano o quello centrale, ovvero prevedere una rotazione programmata su base triennale in modo da spalmare nel tempo i maggiori oneri di trasferta per le squadre interessate e consentire loro di conoscere con congruo anticipo questa situazione. Allo stesso tempo, per favorire il contenimento dei costi sia delle società sarde in viaggio verso il continente, sia della altre, si potrebbe strutturare il calendario in modo da consentire alle formazioni viaggianti la disputa di due gare in un solo week end di trasferta.
Per concludere, un rapido sguardo a quelle realtà sportive che appaiono in crescita e che potrebbero integrare l’organico della categoria, con la preghiera di essere indulgenti circa le possibili dimenticanze, segnaliamo da Nord a Sud: SSV Bozen, S. Camillo Imperia, Petrarca Arezzo, HC Fondi ed Albatro Siracusa.