La sentenza del TNA sul caso Dalla Costa non ha lasciato indifferenti le società del campionato di A1 femminile. Le reazioni a questa notizia non si sono fatte attendere e sono state decisamente unanimi. La risposta che tutti si sono dati è: campionato e Coppa Italia falsati. C’è rabbia e delusione anche per chi fa i paragoni con il caso Vaccaro, una diversità di trattamento evidente. Questa situazione rafforza ancora di più l’incredulità e la perplessità dell’ambiente che, nella sua quasi totalità, ha espresso il suo parere. Da Casalgrande parole forti ed incisive: “Sono state prese due misure diverse e non ci si capisce il perché, il campionato e la Coppa Italia sono stati falsati perché l’atleta non doveva essere in campo. Perché cinque mesi di retroattività? Non so che provvedimenti verranno presi ma qui qualcosa è sfuggito, è una questione di principio perché sono coinvolti tutti da questa vicenda”. Analoghe le sensazioni da Ferrara che evidenziano come, a passare, sia un messaggio sbagliato dal punto di vista etico: “C’è gente che lavora tutti i giorni per infondere i valori sani dello sport e della pallamano e poi si vedono situazioni come questa in cui atleti vengono trattati diversamente tra loro. Si è basiti da come sia potuto accadere, non si è mai vista una sentenza retroattiva di cinque mesi che mette in discussione tutto il campionato e la Coppa Italia. Dovremmo tutti porci delle domande, qualcuno dovrà spiegarci il perché visto che si mina anche il nostro lavoro. Passa un messaggio sbagliato e pericoloso”. Da Teramo è chiaro che “c’è un controsenso evidente. E’ innegabile la disuguaglianza ma ancor di più la presenza dell’atleta in campo che ha condizionato i risultati delle partite che, in sua assenza, potevano finire diversamente. Si è dispiaciuti per lei ma non si capisce il perché di questa decisione”. Ed ancora: “Bisognerebbe cercare di capire bene cosa sia successo, con la burocrazia bisogna andarci cauti ma la questione temporale spiazza tutti e non è un dato di poco conto”. Anche da Nuoro si pongono la domanda sulla differenza di trattamento: “E’ molto strano perché sono due casi uguali ma la sentenza è stata diversa. Dovremo chiedere spiegazioni sul motivo, resta l’amarezza, in ogni caso, per come si bruciano i talenti per inadempienze simili”. Cosa si poteva fare e non si è fatto? E’ un’ulteriore mancanza che grava ancora di più sul tartassato movimento di pallamano femminile.
