DA MARANO A CHIARAVALLE, COM’E’ CAMBIATA LA PALLAMANO ITALIANA

C’era una volta il Progetto Scuola della FIGH, un incredibile volano di affiliazioni e praticanti, un gioiellino che veniva puntualmente sfoggiato ogni quattro anni quando c’era da consolidare il potere precostituito. Sulla carta si contavano centinaia di Istituti Scolastici dove la pallamano più che uno sport era una Religione. Erano migliaia i praticanti; studenti modello capaci di alternarsi con disinvoltura tra i banchi e il 40×20! E che dire degli istruttori che insegnavano la pallamano nelle scuole; un “esercito” da far invidia anche ai cugini transalpini….Questa favoletta raccontata ai vertici dello sport italiano aveva una sola finalità: garantire un serbatoio di voti. E la pallamano? I praticanti? La base e il vertice? Ma chi se ne frega! Smascherato e cancellato l’imbroglio, il Progetto Scuola della FIGH (quello vero) ora è realtà. Sempre più metabolizzato dal Movimento, solo all’apparenza complesso nella sua applicazione (requisito imprescindibile per l’approvazione ministeriale) i dati che cominciano ad affluire presso l’ufficio competente sono in alcuni casi sbalorditivi.  Dal Veneto alla Sicilia, i MIUR hanno certificato centinaia squadre di Pallamano iscritte ai Giochi Sportivi Studenteschi. Non mancano le eccellenze assolute come ad esempio quella del Chiaravalle, società marchigiana capace di curare con la stessa premura tanto il vertice (partecipazione ai campionati di A2 maschile e femminile) quanto la base. Già a luglio il club marchigiano fece scalpore presentando al Festival della Pallamano di Misano una delegazione foltissima e qualificata; nulla rispetto a quanto fatto alla ripresa delle attività. Il Progetto Scuola del Chiaravalle fa registrare, infatti, numeri record. Si contano oggi circa 800 bambini avviati alla pallamano oltre che a Chiaravalle (istituto comprensivo “Rita Levi Montalcini” con 5 classi di quarta  elementare – istituto comprensivo “Maria Montessori” con  7 classi di prima, seconda e terza elementare) anche nei vicini comuni di Monsano (scuola secondaria I grado “Don Pino Puglisi” con sei classi di prima, seconda e terza media), Montemarciano (scuola secondaria I grado “Falcinelli” con otto classi di prima, seconda e terza media), Jesi (istituto “Borsellino” con 12 classi di prima, seconda e terza media), Ostra (istituto comprensivo con 9 classi di prima, seconda e terza media) a cui si aggiunge poi il liceo scientifico sportivo “Cambi-Serrani” con il quale ragionare sulla formazione dei tecnici. Numeri sbalorditivi, attivismo encomiabile, la dimostrazione pratica di come sia  concretamente possibile cambiare passo avendo finalmente in mano gli strumenti giusti per farlo e interlocutori capaci di ascoltare e accompagnare i processi. Il resto è fuffa….