E’ oramai cosa fatta l’allargamento della base dei partecipanti all’EURO maschile a partire sicuramente dal 2022, ma con la concreta possibilita’ che la riforma vada in porto con due anni di anticipo, dal momento che tutti e tre i Paesi in competizione per l’organizzazione della fase finale del 2020, Norvegia, Svezia ed Austria, hanno dichiarato la propria disponibilita’ in caso di aggiudicazione.
La proposta era stata avanzata dalle Federazioni dei Paesi con un ranking medio-basso, tra cui la FIGH ma e’ stata votata all’unanimita’, chiaro segnale della comune volonta’ di allargare le possibilita’ di partecipazione e, di conseguenza, il mercato potenziale di diffusione dell’evento.
65 partite in 15 giorni, la possibiita’ di toccare un numero maggiore di citta’, piu’ Paesi collegati e quindi ampliamento del mercato dei diritti televisivi e delle sponsorizzazioni, una grande opportunita’ per l’Italia che bisogna cogliere lavorando tutti fin da subito.
Altra novita’ di grande rilievo e’ il cambiamento della formula di partecipazione alle competizioni giovanili. Di fatto nasce una Prima Divisione composta da 16 squadre nazionali per ogni categoria giovanile. Un secondo evento, invece, permettera’ agli altri di partecipare ad un torneo Open. Un sistema classico di promozioni e retrocessioni consentira’ di determinare gli aventi diritto nelle successive competizioni. Addio ai gironi di qualificazione con il vantaggio di razionalizzare i calendari, oltre che raddoppiare le possibilita’ di sfruttamento commerciale delle manifestazioni. Fattore negativo, a nostro avviso, del nuovo sistema e’la rigidita’ della formula che tendenzialmente potrebbe limitare le opportunita’ per i Paesi meno forti soprattutto a inizio ciclo, fase nella quale tipicamente si possono verificare cambiamenti anche importanti dei valori. Il nuopvo sistema andra’ in vigore dal 2016.