È terminata la prima settimana e la prima fase di EURO 2014 di Ungheria e Croazia. In linea di massima i pronostici sono stati rispettati, tranne qualche eliminazione eccellente. Prima ad uscire la plurititolata Russia (girone A, Gyor) che dopo aver fermato sul pari l’Ungheria nella prima giornata, ha ceduto di misura alla Spagna e poi ha lasciato via libera per la qualificazione alla Polonia guidata in campo dalla fuoriclasse Karolina Kudlacz, da dieci anni leader indiscusso della selezione nazionale e da otto del club tedesco del Leipzig.
Meno sorprendente l’eliminazione dell’Ucraina nel girone B a Debrecen. La nazionale ucraina da qualche anno vive una fase di transizione abbastanza critica, quindi già in partenza le speranze di passaggio del turno contro Norvegia, Danimarca e Romania erano abbastanza esigue. Solo con la Romania della ritrovatissima Cristina Neagu ben supportata dalle veterane Bradeanu ed Elisei, le ucraine hanno tenuto il campo chiudendo con una onorevole sconfitta di misura, netti invece i punteggi di Norvegia e Danimarca.
A Varazdin (girone C) la Croazia ha fatto harakiri, come anche altre volte in passato, decisive le sconfitte (sempre di due reti di scarto) maturate nei secondi tempi contro Svezia e soprattutto Germania, inutile la vittoria a giochi fatti con l’Olanda, così come inutili sono state le prodezze realizzative di Andrea Penezic, neo bomber del Vardar. La verità è che forse la tanto decantata generazione 85/87 composta dalla stessa Penezic, da Franic, Basic, Milanovic Litre e Grubisic non è mai davvero esplosa e le altre, Tatari e Zebic in testa, superati i trent’anni, sono apparse in chiara parabola discendente.
Ma forse la sorpresa maggiore è arrivata da Osjek (girone D), dove le vice campionesse mondiali della Serbia sono finite fuori ad opera della cenerentola Slovacchia. Dopo due sconfitte dure da digerire, ma pronosticabili contro Montenegro e Francia, alle serbe bastava una vittoria su una Slovacchia già felice di aver partecipato. Il primo tempo non sembrava nascondere insidie per Lekic, Cijivic e compagne, poi una ripresa da incubo ha rispedito la Serbia a casa con statistiche di attacco insufficienti ed una tiratrice come Sanja Damnjanovic (Viborg) praticamente a secco.
Salutate le quattro eccellenti eliminate, passiamo a parlare di chi ha pigiato subito il piede sull’acceleratore: Spagna, Norvegia, Svezia e Francia hanno vinto i rispettivi gironi senza mai perdere, solo le svedesi si sono concesse la distrazione del pareggio contro le olandesi, per il resto tutti punteggi pieni. Quindi logico che siano loro le favorite per le semifinali anche perchè i risultati degli scontri diretti di questa prima fase valgono nei Main Round della prossima settimana.
Nel girone A la Spagna trascinata dalla vena realizzativa di Berenguer e dalla esperienza di Marta Mangue ha regolato in successione Polonia, nettamente, e poi Russia ed Ungheria sulla sirena. Dietro di loro, le padrone di casa che troppo spesso si perdono nelle fasi calde delle competizioni più importanti e che anche in questa prima fase hanno dimostrato qualche impaccio ed una certa timidezza di fondo. L’assenza della grande Anita Gorbitz, in dolce attesa, è più di un semplice alibi, ma per non deludere le attese del pubblico locale, coach Nemeth dovrà mettere in campo tutta la sua esperienza e tirar fuori il meglio da Aniko Kovacsicz e compagne. La Polonia, terza a sorpresa, è già contenta così.
Nel secondo gruppo en plein della Norvegia forte di un organico completo ed affidabile che ha in Loke, Mork, Riegelhuth, Breivang le punte di diamante e che ha trovato un’ottima Solberg per rimpiazzare l’assente Lunde tra i pali. Danimarca e Romania, che hanno impattato tra di loro, sono apparse lontane anche se discretamente competitive.
Il gruppo C è stato sicuramente il più equilibrato con la Svezia che ha messo in fila un’ottima Olanda (Polman, Groot e Luciano in evidenza) e una non disprezzabile Germania. Le tedesche, come detto, hanno di fatto eliminato la Croazia nello scontro diretto (26-24) con il portiere del Leipzig Katja Schulke in grande evidenza e sorretta in attacco dal blocco del Thuringer (Huber, Minevskaja e Nadgornaja).
Nel gruppo D è andato in onda il vero match clou di questa settimana, ha vinto la Francia sul Montenegro (24-20) con Allison Pineau finalmente sugli scudi in fase realizzativa e la solita difesa feroce capace di subire la miseria di 38 gol in tre partite, 2 in meno della Norvegia ed almeno 10 rispetto a tutte le altre. Numeri da finale per le transalpine. Alle montenegrine non sono bastate le solite Bulatovic, Knezevic e Radicevic, ma la forza della squadra è tale che l’obiettivo semifinale non è affatto pretestuoso.
Noi di HandballTime saremo presenti alla Papp Arena di Budapest per le semifinali e la finale 5/6, quindi proviamo a fare un pronostico. Semifinali: Norvegia-Montenegro e Francia-Ungheria, finale per il quinto posto tra Spagna e Svezia.