ELETTI QUATTRO PRESIDENTI REGIONALI. ORA LA FEDERAZIONE E’ ANCORA PIU’ FORTE E STABILE

Il dado è tratto. Dopo un lungo e complesso iter burocratico, la svolta avvenuta nel corso dell’ultima Assemblea Nazionale con la modifica dello Statuto, la FIGH ha potuto (finalmente) dare il là alle consultazioni regionali. Semplificato e reso più accessibile il sistema che porta all’elezione diretta del Presidente e del relativo consiglio, si è proceduto alle elezioni in quattro regioni: Veneto, Emilia Romagna, Toscana e Lombardia. Sono state loro le apripista, le prime a “distaccarsi” da Roma abolendo la figura del Delegato e ad immaginare un percorso amministrativo/organizzativo autonomo avendo, comunque, nella Federazione centrale un preciso e imprescindibile punto di riferimento. A breve tutte le altre regioni, in possesso dei requisiti richiesti, potranno andare al voto per eleggere il proprio Presidente e percorrere la stessa strada. Non è stato un percorso semplice quello che ha portato alle urne, ma, al tempo stesso, assolutamente necessario nel processo di crescita collettiva del Movimento, uno step di fondamentale importanza fortemente caldeggiato dall’organismo centrale che aveva scommesso forte sul punto, convogliando sforzi e risorse. Centrato l’obiettivo ora bisognerà passare dalle parole ai fatti, dalle intenzioni ai risultati, unendo ancor di più le forze per spingere verso il raggiungimento di un traguardo unitario. I Presidenti Regionali, così come nella logica delle cose, ora lavoreranno all’unisono con la Federazione centrale, interpretandone al meglio le strategie, gli obiettivi e provvedendo ad accorciare ancor di più la filiera tra Roma e la periferia. Le urne hanno intanto sancito le vittorie di Giuseppe Lombardi in Veneto, Francesco Fanti in Emilia Romagna, di Angelo Strada in Lombardia e di Massimiliano Bardini in Toscana unica regione dove erano due i candidati alla presidenza (unico caso). In tutti i casi i casi si sono registrate affermazioni nette, limpide e questo a prescindere dal numero dei votanti. Zero contestazioni, clima sereno nelle quattro sedi del voto ed in generale una perfetta coincidenza tra il voto al Presidente e quello ai singoli Consiglieri. Solo in Toscana c’è stata competizione con Massimiliano Bardini che si è però imposto agevolmente, con 31 voti a fronte dei 7 ottenuti dal suo competitor, l’ex arbitro Cesare Badii. Anche in questo caso, alla vigilia del voto, sulla falsariga di quanto avvenuto nelle altre tre regioni andate al voto, c’era stato comunque il tentativo di convogliare tutto l’elettorato su di un unico candidato (Bardini) senza, però, trovare la convergenza di Badii e del gruppo che lo sosteneva.