Emilia Romagna: l’opinione di Montanari

handball timeIl movimento pallamanistico in Emilia Romagna negli ultimi anni ha trovato un consolidamento a livello tecnico ed ora sta provando a fare altrettanto anche a livello numerico. Fin dagli albori della pallamano in Italia l’Emilia-Romagna ha recitato un ruolo importante, anche se a livello assoluto non ha raccolto tanti titoli quanti probabilmente avrebbe potuto e dovuto (Rubiera 2 Coppe Italia + un Handball Trophy, Bologna un Handball Trophy, ora Carpi una Supercoppa).

Discorso diverso a livello giovanile, dove oramai è una costante vedere squadre della Regione tra le più forti nelle Finali Nazionali delle varie categorie.

Dal punto di vista numerico si è attraversato un pariodo di crisi che però oggi, anche se ben lontano dall’essere sconfitto, vive un passaggio in controtendenza. I campionati giovanili sono numericamente interessanti (a livello maschile, perchè sul femminile la crisi è profonda) e questo ha permesso di cavalcare formule che garantissero un buon numero di partite alle squadre.

Quella dei gironi unici all’italiana non è però stata una scelta raggiunta facilmente: se n’è discusso a lungo tra le società, da un lato chi voleva percorrere questa strada, dall’altra chi avrebbe preferito una maggior suddivisione territoriale per ridurre i costi trasferta e diminuire il numero delle partite evitando turni infrasettimanali. Ha prevalso la prima ipotesi, una scelta coraggiosa e controtendenza in questo periodo, che però pone al primo posto il concetto di far giocare il più possibile i ragazzi. Non si risolve però la problematica che sta alla base anche delle legittime osservazioni di chi proponeva una soluzione diversa.

Ovvero: ma come possiamo far giocare tanto i ragazzi se poi si concentra l’attività in un numero limitato di settimane? Con la maggioranza che da la colpa alle regole imposte dalla Federazione (proroghe di iscrizione, termine ultimo di chiusura dei campionati, weekend off-limits per lasciare spazio alle Rappresentative d’Area).

La mia opinione è che accusare la Federazione di tutto ciò che non va sia il modo più semplice per non prendersi le proprie responsabilità: la Federazione avrà le sue colpe, magari anche tante, ma tanti problemi nascono nel modo di fare amatoriale (termine in questo caso da interpretare nella sua accezzione negativa) di tante società.

Sono le società che chiedono puntualmente ogni anno proroghe al termine di iscrizione. Ma in una settimana / dieci giorni, mi domando, cosa potranno mai fare queste società in più in campionati come Under 16 o Under 18, dove i giocatori o già li avevi l’anno precendete oppure è un po pretenzioso pensare di trovarli all’ultimo momento…? Però, prorogando, si perde ulteriore tempo, mentre gli altri sport vanno avanti e si organizzano. Rispettare i termini significherebbe partire prima e quindi avere più tempo per giocare i campionati, limitando quindi anche i problemi dati dai weekend occupati dalle Rappresentative d’Area e dal termine tassativo di chiusura dei campionati. Per far ciò, però serve la collaborazione del vertice ma principalmente la disponibilità della base.

Un altro segnale importante del momento che vive la Pallamano in Emilia Romagna è la crescita numerica degli iscritti under 12. Da tre anni a questa parte, pur con difficoltà ben diverse da quelle di categorie come Under 18 o Under 16, sono sempre di più le squadre iscritte alla Under 12. La crisi economica e la necessità di guardare di più in casa propria per tagliare sui costi ha portato tanti (non dico tutti, ma la percentuale è altissima) a puntare sullo sviluppo dell’attività di base. Sono nate nuove società, altre ci stanno provando. L’esperienza del Grand Prix Uisp non in alternativa al campionato Federale ma come opportunità per far giocare di più i più piccoli si è rivelata importante.

Forse andrebbe sistemata nel dettaglio, ma per esempio una realtà nuova come Decima è potuta crescere proprio partendo dall’attività Uisp. Il prossimo passo, a cui 6/7 società prevalentemente dell’area ovest dell’Emilia – Parma/Reggio Emilia/Modena – stanno lavorando, è quello di organizzare un mini campionato Under 10. Abbassare il limite di età è infatti fondamentale per offrire ai bambini alternative serie agli altri sport, dove già da 6/7 anni si cominciano a giocare partite “vere”.

Questa è una delle prossime scommesse della pallamano in Emilia-Romagna.

di Luca Montanari
Resp. Organizzativo Pallamano Secchia Rubiera