di Sergio Luoni
Ancora Spagna.
A distanza di due anni la storia si ripete e sul tetto d’Europa ci resta la Nazionale di Jordi Ribera, capace di vincere e di soffrire.
Sì, perché la finale contro la Croazia non è stata certo una passeggiata e a pochi minuti dal termine gli iberici se la sono vista davvero brutta.
La Spagna si è imposta per 22-20 dopo sessanta minuti che hanno tenuto con il fiato sospeso i 18.000 spettatori della Tele2 Arena di Stoccolma, in gran parte di fede croata.
A far pendere l’ago della bilancia dalla parte degli Hispanos è stato quel pizzico di freschezza in più che ha permesso a Raul Entrerrios e compagni di arrivare più lucidi alle battute conclusive, quelle in cui, dopo otto partite giocate in meno di venti giorni, la vista comincia ad annebbiarsi.
La Croazia veniva dall’incredibile semifinale vinta contro la Norvegia dopo due tempi supplementari. In confronto venerdì scorso la Spagna, opposta alla Slovenia, si era quasi riposata.
Non è cosa da poco.
Gli ottanta minuti giocati due giorni prima, e i relativi acciacchi, la Croazia li ha sicuramente sentiti anche se è stata davvero a un passo dall’allungare le mani su quello che sarebbe stato il suo primo titolo europeo dopo due argenti e altrettanti bronzi.
Anche i portieri hanno fatto la differenza con Perez de Vargas superiore a Sego ed Asanin.
La Nazionale di Lino Cervar esce sconfitta a testa alta dopo aver fatto sognare i suoi generosissimi tifosi fino all’ultimo minuto.
Domagoj Duvnjak è stato nominato, meritatamente, miglior giocatore di Euro 2020. Magra consolazione per un fuoriclasse che si è battuto come un leone per regalare alla sua squadra e al suo Paese la medaglia d’oro.
LA FINALE IN SINTESI: comincia meglio la Croazia che al 19′ balza a +3 (10-7) con una rete del pivot Maric innescato indovinate da chi? Duvnjak, ovviamente, che oltre a dispensare assist in quel momento aveva già firmato 4 gol.
La risposta spagnola è immediata ed è affidata a Maqueda che in 6 minuti piazza la tripletta del pareggio (10-10 al 25′).
La Spagna va al riposo in vantaggio 12-11 e in avvio di ripresa vola con Gomez e Canellas sul 16-12 al 36′ dopo due gol segnati a porta vuota con gli avversari in extra player.
La Croazia sembra al capolinea. Niente di più sbagliato perché gli uomini di Cervar rialzano la testa e al 44′ il vantaggio spagnolo è ridotto a una sola lunghezza da un contropiede di Karacic (15-14).
Al 49′ sul 18-18 è come se si ricominciasse dall’inizio se non fosse per la maggior stanchezza dei croati che comunque al 54′ passano in vantaggio con un siluro di Stepancic (19-18).
Estrerrios si prende due minuti di esclusione quando il tabellone dice 19-19 al 56’03”. È un’occasione d’oro per la Croazia che però gestisce male alcuni palloni.
La Spagna rimette la testa avanti con Sarmiento (20-19 al 58′) anche se il pareggio di Brozovic è immediato.
Negli ultimi 120 secondi il pallone è rovente. Segna Gomez su rigore e nell’azione successiva Karacic commette un’evidente infrazione di passi. La sentenza definitiva arriva da un sottomano di Dujshebaev.
MARCATORI SPAGNA: Gomez 5, Maqueda 3, Estrerrios 3, Sarmiento 2, Aguinagalde 2, Canellas 2, Fernandez Perez 1, Dujshebaev 1, Sole 1, Goni 1, Figueras 1.
MARCATORI CROAZIA: Duvnjak 5, Karacic 4, Maric 3, Stepancic 3, Horvat 2, Mamic 1, Mandic 1, Brozovic 1.
Nella finale che metteva in palio la medaglia di bronzo la Norvegia ha battuto la Slovenia per 28-20, mentre nella partita per il 5º/6º posto la Germania ha superato il Portogallo per 29-27.