by Max Dovere
Spesso le persone nella loro vita perdono di vista la fortuna che hanno semplicemente nel vivere la vita stessa. In due anni due scomparse improvvise hanno impoverito la nostra esistenza facendoci capire, troppo tardi, che niente si rimanda a domani soprattutto gli affetti. E così nel dolore ci ricordiamo che un abbraccio può risolvere spaccature create da anni di assenza e parole non dette. Un abbraccio non dato però, che resterà un rimpianto. Ritrovandoci orfani di sentimenti veri e sinceri rimandati e infranti contro la crudeltà di morti premature. Ci ritroviamo soprattutto orfani di uomini “superiori” come Andrea Scozzese già compianto e oggi Giancarlo Lavini che sconvolge la vita della sua famiglia e dei suoi amici spegnendosinella serata del 14/11/2016 intorno alle 21.30 ai bordi del suo amato campo di pallamano, dove per anni attivamente e poi più raramente godeva nel ritrovare oltre ai benefici mentali anche quelli degli amici sempre vicini a lui. Giancarlo nasce il 14/08/1963 a Tor di quinto, frequenta la scuola del quartiere e all’età di 10 – 11 anni iniziò i primi passi nella polisportiva di Tor di Quinto. Ha giocato li fino al 1982 quando si sciolse la società e andò in Serie A nella società blasonata dello Sporting Club Gaeta 1970. Il suo primo allenatore è stato Giuseppe Badaracco che in quel periodo è stato anche l’allenatore di tutti quelli del famoso “Tor di Quinto”, quartiere che ebbe molti atleti in giro per l’Italia e tutti in Nazionale, tra cui Filippo Alliney, Fabio di Giuseppe, Lionello Teofile e il compianto Andrea Scozzese. Campione d’Italia Juniores per 2 anni consecutivi 80/81 e 81/82, Nazionale Allievi, Juniores e qualche presenza Seniores. Giancarlo lavorava alla tv la 7 nella produzione dei programmi ed era lì da praticamente sempre, già da quando era Tele Monte Carlo. Lascia la moglie Monica e 4 figli. Dai suoi colleghi e amici è considerato una brava persona, simpatico impossibile non adorarlo altruista anche a lavoro lo adoravano si faceva in 4 per tutti. Generoso, solare, sensibile con un grande fisico ed un cuore ancora più grande. Rivolgiamo una domanda al suo amico eterno Fabio di Giuseppe che visivamente commosso ci regala un momento di forte emozione. Ciao Fabio, puoi raccontare qualche aneddoto per far conoscere Giancarlo per come era e la sua capacità anche di Atleta di Nazionale negli anni insieme? Fabio di Giuseppe: <<Ciao Max, magari fossero solo aneddoti, ma sono 10 anni passati insieme tutti i giorni tra club e nazionale e non è facile per me pensare ad un solo episodio, per ora mi passa avanti di tutto!! Comunque era un grandissimo talento, sai, come quelli che sono veramente bravi, ma che hanno classe, la differenza sta nell’umiltà, la voglia di fare sempre meglio, mai guardare indietro, sia se giochi bene o male e pensi solo a migliorare. Era una forza della natura, ma principalmente era un amico su cui si poteva contare, leale, una grande persona. Scusami Max, ma da questa mattina non sono proprio al massimo. Un grande abbraccio!!>>La pallamano è sempre stata una “famiglia” per chiunque perché vive in se la propensione all’agonismo disciplinato che rende i rapporti assolutamente affidabili e leali sia per chi è al di qua o al di là della linea di separazione. Una sorta di inclusione e di cittadinanza sportiva. Noi il “Terzo tempo” lo facciamo da 40 anni chiudendo le partire in fratellanze storiche che durano oltre il tempo di gioco. Benvenuto Giancarlo ora hai la squadra più forte di sempre.