Qualche giorno fa abbiamo pubblicato la mappa dell’attività giovanile in Italia individuando 70 centri di attività (società) certificabili, a nostro giudizio e in base ad una nostra analisi basata su dati quantitativi ed informazioni disponibili. Ci eravamo scusati in anticipo circa eventuali errori di valutazione o meglio omissioni, lo rifacciamo anche alla luce degli appunti – pochi per la verità – pervenutici dopo la pubblicazione.
70 Società, forse 75/80 dopo le suddette precisazioni, noi in verità ci augureremmo di ricevere contributi e materiali per contarne anche di più, magari 100. Cento Centri giovanili dai quali ripartire, con tanto di schede attestanti progetti, risultati, numero iscritti, ecc., questo sarebbe un bel risultato da mostrare nella nostra sezione “Autocertifica il tuo Settore Giovanile”. Qualcosa sta arrivando sulla nostra mail redazionale, ci aspettiamo ancora di più e rinnoviamo l’invito a scriverci, anche criticandoci se necessario.
L’Autocertificazione è chiaramente una semplificazione di tipo giornalistico per individuare, presentare e dare il giusto risalto a chi opera in questo fondamentale e delicato settore. Concordiamo con l’analisi di Claudio Sgarbi circa la necessità che un eventuale processo di certificazione fosse gestito dalla Federazione, è chiaro, mai ci sogneremmo di sostituirci in un compito ad esclusivo contenuto istituzionale. Siamo parzialmente d’accordo, invece, sull’affermazione che a valutare l’attività di un soggetto (società) possano bastare i tabulati e che la certificazione avrebbe casomai un significato etico. E’ vero solo in parte, perché i tabulati danno informazioni solo quantitative e l’etica privata spesso da sola non basta.
I processi di certificazione sono oramai diffusi in tutti i settori e servono a stabilire a monte dei parametri di qualità organizzativa e tecnica e a garantire, a valle, l’utenza. A parte questi due motivi generali, nel nostro caso spingiamo per l’introduzione di meccanismi di certificazione perché riteniamo che per favorire, diffondere e migliorare l’attività giovanile, siano indispensabili due cose: un rapporto continuativo di collaborazione da parte della Federazione, centrale e periferica, con i Club, con tanto di delega di attività organizzativa sul territorio (organizzare eventi ed attività strutturate, campionati, in modo semplice e fruibile, come ha dimostrato l’Uisp); la distribuzione di incentivi economici per l’attività promozionale di base e giovanile.
Se aderiamo a questa linea, quale sistema migliore di una procedura di certificazione strutturata, per individuare i soggetti da delegare e da incentivare finanziariamente? Tutto qui. E’ chiaro quindi che l’Autocertificazione su HandballTime è cosa diversa, una forzatura terminologica, chiamiamola Presentazione magari, ma è altrettanto chiaro che chi si presenta e comunica attraverso di noi, probabilmente chiederà la Certificazione una volta introdotta.
Ne approfittiamo anche per tirare un po’ le fila del discorso e per sintetizzare gli spunti che ci sono pervenuti, in particolare sul rapporto con la Scuola. Rapporto essenziale per diffondere e promuovere la pratica sportiva tra i giovanissimi, ma rapporto quanto mai complicato. La Scuola, così come è organizzata, non ha gli spazi adeguati, né in senso fisico (impianti), né all’interno dei programmi curriculari.
La carenza più grande, e più grave per le conseguenze su tutto il percorso educativo, risiede nel ciclo primario, dove l’attività motoria è del tutto assente ovvero relegata a spazi ristrettissimi e comunque non gestiti da tecnici esperti del settore. A parziale miglioramento dello stato delle cose, è giunta, qualche mese fa, l’introduzione del Tutor per le attività motorie, voluta dal Governo Renzi nell’ambito degli interventi “Per una Buona Scuola”. La novità, che riguarda gli istituti primari e le associazioni sportive di base, di fatto dovrebbe consentire l’ingresso dello sport di base nella Scuola attraverso meccanismi trasparenti e dopo una selezione attenta dei soggetti esterni abilitati (Certificazione?).
Già al tempo, su HandballTime, sottolineammo come la sostanza del provvedimento non rappresentasse una novità assoluta, in quanto a livello “privato” e non strutturato, alcune associazioni sportive già da tempo hanno proposto e realizzato questa formula di collaborazione con le Scuole, ma la bontà del provvedimento, ripetiamo, sta proprio nel rendere strutturato e trasparente questo percorso (certificato), con notevoli benefici sia rispetto alla qualità degli interventi formativi, sia per la diffusione dei progetti, non più isolati, ma estesi a tutte le Scuole e su tutto il territorio nazionale.
La pallamano certamente ne beneficerà, ma dovrà anche cimentarsi con altre realtà associative nei singoli territori e con discipline sportive certamente più conosciute, pubblicizzate, visibili attraverso i media ad alta diffusione. Quindi bisogna attrezzarsi per reggere la concorrenza e magari rilanciare, soprattutto in quelle aree dove sono presenti associazioni valide e ben organizzate, le 70, forse 75/80, si spera 100, di cui dicevamo prima.
Su questo punto, a parte ed in aggiunta rispetto alla tematica delle certificazioni, la Federazione deve intervenire in funzione di supporto alle società e rivedere completamente la politica verso le istituzioni scolastiche, a partire dal Progetto Scuola, che in moltissimi giudicano inadeguato ai bisogni ed agli obiettivi.
La Federazione rifletta su questi elementi, spieghi cosa ha prodotto in dieci anni questo progetto, renda noti numeri e ricadute positive (?) sui territori e sulle realtà associative operanti, chiarisca e si impegni a modificare radicalmente i contenuti del rapporto con le istituzioni scolastiche primarie, tenendo conto delle novità di cui abbiamo parlato e restituendo centralità alla associazioni sportive già operanti nei singoli contesti territoriali, supportandole tecnicamente se necessario e soprattutto incentivandole finanziariamente attraverso meccanismi contributivi rapportati al raggiungimento di obiettivi ben precisi, dimostrabili e dimostrati, anche attraverso il processo di Certificazione.