La finale è Norvegia-Olanda, Romania bella e perdente

L’Arena di Herning è immensa, attorno al campo di gioco ci sono aree ristoro, pubs, store per il merchandising, giochi tematici sulla pallamano, play stations, ping pong e persino calcio balilla, divertimento per tutti e per tutte le età. Qui in Danimarca la pallamano non è solo lo sport più popolare, è anche l’uscita settimanale di tutta la famiglia. La birra scorre, la corona gira, tutti comprano qualcosa, tutti i bambini escono dal gate con un pallone, fantastico. Peccato che la Danimarca non sia più della partita, superata nei quarti da una Romania in crescendo, ma rimane in pista la vicina, “odiata” Norvegia con i suoi fans pittoreschi bardati di rosso e di blu, hanno invaso Herning, attratti dall’odore dell’ennesimo titolo, perché ora Nora, Heidi e compagne sono favorite in questo Mondiale bellissimo, europeo e pieno di sorprese.
La più bella e nitida si chiama Olanda, che è già in finale, la prima della storia Orange, inaspettata, ma meritatissima, costruita con un torneo super e una gara di semifinale perfetta dal primo minuto, in cui ha annichilito la Polonia (altra sorpresa) con un gioco semplice ma super efficace fatto di densità difensiva, ripartenza, velocità ed ordine tattico, il meglio della tradizione nordica mitigato da una discreta dose di linearità danubiana. E sulle rive del fiume blu gioca la star assoluta di questa splendida macchina arancione, Nycke Groot, che insieme al modernissimo pivot Broch formano un asse centrale di assoluto valore, capace di concludere, difendere, ripartire ed assistere il talento estroso della Polman e la classe gelida di Lois Abbingh. Non bastano alle polacche le solite Kudlacz ed Achruk, finisce 30-25 e sotto con una inedita Romania-Norvegia.
Se la prima è stata una esibizione di buona tattica e gioco piacevole, la seconda è forza pura. La Romania non ci sta a fare da comparsa nel tripudio nordico, si affida alla sua fuoriclasse Cristina Neagu, la donna che ha vissuto due volte, per contrastare la donna proiettile, il cui nome scandito dall’altoparlante: No-ra-Mo-ork, suona come Ney-mar-junior. Le norvegesi partono a razzo, ma i primi venti minuti sono equilibrati e vibranti, Neagu supportata da un’ottima Buchesci, risponde colpo su colpo alla coppia Mork-Loke registrate dal metronomo Oftedal, ali in ombra sui due fronti, poi ci pensa la Kristiansen a salire in cattedra pulendo tutti gli angoli dalla porta avversaria, break Norvegia e primo tempo che si chiude sul 17 a 14 con rigore parato a Mork dalla Ungureanu sulla sirena.
Secondo tempo con la Romania che ci crede, trascinata da Neagu e protetta da una grande Ungureanu. Le balcaniche ricuciono lo strappo e a metà tempo vanno in testa (20-21), poi anche di due, una generazione bella e perdente (Necita, Bradeanu, Manea, Elisei, oltre Neagu e Ungureanu) vede davanti a se l’occasione della vita, si aggrappa al suo condottiero, ma la donna bionica non ha la forza di assestare il colpo del KO. La donna proiettile, intanto, dopo il secondo rigore paratole da Ungureanu, gioca più per la squadra assistendo Loke e lasciando la scena a una spettacolare Oftedal. Le due squadre si colpiscono a turno, la parità non si rompe neanche sull’ultimo assalto romeno: 27 pari e si va agli extra time.
La Norvegia ha l’istinto del killer, forse anche qualche cambio in più che in questi casi non fa male, parte forte, si porta in testa con decisione colpendo con continuità telecomandata da Oftedal, che sul punto di essere nominata MVP fa l’ingenuità della vita, su una rimessa in gioco si fa soffiare palla, subisce gol e va in panca per due minuti, quelli finali. Ma la Norvegia non vede i mostri, la Norvegia li ha i mostri: Nora colpisce in discesa dall’ala, Heidi infila Ungureanu sull’ennesimo assist di Nora e la Norvegia vola in finale. Heidi Loke è premiata come miglior giocatrice del match, la torcida norvegese impazzisce, la Romania piange ancora una volta, bella e perdente in una delle partite più belle di sempre.

Approfitto di questo spazio per fare i miei Auguri di sereno Natale e soprattutto felicissimo Nuovo Anno a tutta la Pallamano Italiana: alle giocatrici ed ai giocatori, ai tecnici, ai dirigenti, agli arbitri e soprattutto ai tantissimi bambini e bambine appassionati/e con l’augurio e l’impegno che anche loro presto possano vivere partite così in posti così belli, luminosi e carichi di passione.
Buon anno a tutti, ci rivediamo nel 2016.