L’appello di Sgarbi: “Una grande occasione per svoltare”

By Claudio Sgarbi

Alla vigilia elettorale vorrei dare il mio personale punto di vista che ritengo e spero essere vicino al movimento di base e in sintonia con tutti coloro che hanno un contatto pragmatico con la realtà, e vedono le cose un po’ diverse da come ci vengono raccontate da coloro che vorrebbero mantenere ancora una volta lo status quo.

Partendo dall’incipit del Presidente Uscente, “interlocutori, mai nemici” vorrei esprimere queste personali considerazioni a sostegno della posizione dei “competitors”, proprio nell’affermazione di una logica di civiltà e di democrazia in cui i vari ragionamenti possano trovare un’attenzione reciproca e rispettosa delle diverse opinioni.

Non è nell’interesse di alcuno dare la stura a rivalità ancestrali, soffiare sotto le braci di risentimenti atavici e lanciarsi in anacronistici duelli all’arma bianca dividendosi, come sempre accade in queste occasioni , in partiti uno contro l’altro armati; in guerra, purtroppo ogni nefandezza viene legittimata nel nome di una ideologia che giustifica i mezzi per il perseguimento dei fini.

Ho letto con attenzione le riflessioni del Presidente Purromuto, ma non ho potuto fare a meno di chiedermi come mai possa esistere una simile divaricazione fra le sue considerazioni sul movimento e la mia personale percezione , ho quasi l’impressione di vivere un’esperienza di mondi paralleli:probabilmente un effetto derivato dalla diversa visione di chi vive dal basso la quotidianità del campo e di chi invece ha una visione prospettica dall’alto del vertice di comando.

Poi leggo le dichiarazioni di altri candidati dell’entourage che sostengono la linea della continuità e mi viene naturale pensare che a costoro vada comunque bene la situazione attuale e mi chiedo come non possano vedere le storture di sistema così evidenti agli occhi di noi tutti comuni cittadini di quella pallamano che viene spesa sui campi di gioco .

Qui, in Emilia Romagna, ci si conosce tutti quanti, nessuno è contento della situazione attuale, tutti fatichiamo nella costruzione dell’unica pallamano possibile, quella della sopravvivenza e ciononostante siamo una delle pochissime regioni in cui, proprio in questi anni difficili, la Pallamano è cresciuta nei numeri e nei fatti a riprova del gran lavoro di base, a testimonianza del fatto che non siamo bravi solo a lamentarci, ma anche a rimboccarci le maniche.

Gli unici risultati sportivi sui quali mi trovo a concordare con l’analisi di bilancio del Presidente Purromuto, riguardano esclusivamente la nazionale giovanile maschile che, per la prima volta, riuscendo a competere alla pari con le altre rappresentative europee, ha dato un segnale forte di speranza alle società sportive, le quali hanno finalmente visto valorizzato il lavoro dei propri settori giovanili, senz’altro un chiaro segnale di rinascita e di fiducia in un futuro con prospettive più favorevoli.

Sul resto non mi sento di condividere lo stesso entusiasmo perché nella realtà dei fatti mi sembra di poter dire che siamo ancora distanti anni luce non solo dalle prime della classe in ambito europeo , ma anche dalle altre realtà di seconda fascia.

Portare poi i risultati del Beach a sostegno della propria politica federale sarebbe come se la federazione tennis enfatizzasse i risultati ottenuti in Coppa Davis attribuendoli alla crescita e alla diffusione nell’uso del racchettone da spiaggia…manteniamo il senso della misura nel rispetto di tutti quanti.

Per quanto riguarda la diversità di vedute sul progetto Futura, devo confessare che sono agnostico al riguardo, nel senso che ben poco conosco riguardo alla questione, ma proprio per questo motivo mi viene da dire che senz’altro è stata latitante una corretta comunicazione su tale progetto, tant’è che nessuno, fuori dal femminile, ne conosce bene le caratteristiche e le salienze distintive.

Tant’è che i risultati tanto vantati e conclamati, a giudicare dalle parole dello stesso Presidente, sembrano essere quelli di avere mandato all’estero ben 5 giocatrici ; in altri campi questo non viene giudicato un buon risultato, ma un fallimento o comunque una fuga da un settore non in grado di valorizzare adeguatamente il merito.

Viceversa sono costretto a fare notare le evidenti e perduranti difficoltà, da tutti noi conosciute, per riuscire a mettere insieme un campionato femminile regionale e anche questo non mi sembra un gran risultato!

Non vorrei comunque entrare nel meccanismo di disconoscimento o deprezzamento di quanto si è fatto o si è tentato di fare, vorrei viceversa analizzare la diversità di vedute che mi fa sentire così lontano e distante da questa retorica auto celebrativa.

Una vetrina espositiva dell’effimero, proprio di questi giorni l’ennesimo annuncio trionfalistico “EBT Finals 2016″ a Gaeta, sembra di risentire quella vecchia canzone di Claudio Villa ” Mamma mormora la bambina, mentre pieni di pianto ha gli occhi, per la tua piccolina non compri mai balocchi. Mamma tu compri soltanto i profumi per te”.

Quelli di noi che da una vita sono sul campo di pallamano, continuano a sentirsi come la fiammiferaia scalza fuori dal teatro; lo sport può morire per mancanza di partecipazione.

La dilatazione di certe prassi inneggianti all’effimero possono determinare uno svilimento della cittadinanza sportiva .

Mi piacerebbe poter mangiare il pane dello sport, odorare il lievito dei valori educativi, ritrovare la fiducia in istituzioni che ,una volta tanto, premino la fatica , la passione la dedizione allo sport anziché punire e sanzionare per un ritardo o per un’imperfezione formale.

Continuiamo infatti a registrare da parte federale, una solerzia e una attenzione particolare nel sanzionare e multare ogni minimo errore formale o procedurale, nello squalificare e inibire per fatti che richiederebbero al contrario un intervento politico federale di riforma e sostegno (leggi idoneità sèportive), a dimostrazione del fatto che le periferie federali sono letteralmente abbandonate a sé stesse e che di fatto la federazione stessa invece di essere di aiuto, risulta essere d’ostacolo.

Da anni siamo succubi di inerzie e ritardi decisionali che hanno pesantemente condizionato sia la formulazione dei campionati giovanili , sia la calendarizzazione e l’inizio dei campionati stessi.

Da anni siamo costretti a subire decisioni calate dall’alto senza alcuna possibilità di interazione e quando, con grandi difficoltà di mediazione e condivisione, siamo riusciti a concordare proposte discusse e condivise a livello regionale mirate a una organizzazione calibrata sui bisogni e sulle esigenze territoriali, ce le siamo viste bocciare dalla burocrazia centrale quasi a riprova di una supremazia verticistica rispetto a quella partecipativa di base.

Stessa musica su tutto il fronte delle attività regionali, a cominciare dai progetti scolastici , a quelli promozionali, alle selezioni giovanili, alle competenze tecniche e alla rappresentatività federale sul territorio.

Dove le società sono riuscite ad organizzare dei modelli di collaborazione e lavoro con le scuole è stato fatto a spese delle società stesse, spendendo proprie competenze e risorse sia in termini economici che di impegno e formazione : la Federazione ha messo a disposizione sul proprio sito un modello di riferimento che denota solamente la non conoscenza delle dinamiche procedurali educative caratteristiche delle scuola.

Nel momento in cui si sono attivate collaborazioni con altri soggetti istituzionali presenti sul territorio , quali gli Enti di Promozione Sportiva, sempre e solo con l’obiettivo di aumentare il bacino degli iscritti e fornire ulteriori occasioni di gioco, la Federazione, invece di favorire tali collaborazioni, si è arroccata incomprensibilmente su una posizione di antagonismo e conflittualità quasi avesse paura di perdere la titolarità federale…una miopia insensata volta ad ostacolare anziché a favorire la possibilità di crescita e diffusione sul territorio.

Sarebbe comunque ingeneroso e anche ingiusto continuare nella lista delle cose che non hanno funzionato o che comunque avrebbero potuto funzionare meglio, anche perchè non possono essere disconosciute e sottaciute le responsabilità delle società stesse o quelle individuali di quei dirigenti che hanno arrecato più danni che utili al movimento stesso con comportamenti egocentrici e miopi, barricati all’interno del proprio cortile e con una coerenza più utilitaristica che valoriale e questa, purtroppo, è una evidenza che va ben oltre la responsabilità federale e che investe direttamente quei professionisti del lamentificio, quelli che ” tanto non cambia niente” coloro che ” questi sono uguali a quelli“, quelli che criticano tutto e tutti, ma al momento giusto fanno sempre un passo indietro nascondendo la mano che ha lanciato il sasso.

Ne abbiamo l’esempio davanti agli occhi anche in questi giorni, dove possiamo assistere all’avvilente spettacolo del “riposizionamento” di quei dirigenti e presidenti che contrattano il loro voto in cambio di prebende varie riducendo un momento di confronto democratico a un mercimonio di prebende.

Non tocca di sicuro a me esprimere giudizi su questi comportamenti che sono davanti agli occhi di tutti, ma è indubbio che tale scelta privilegia una visione egocentrica che nulla ha che vedere con la prospettiva di miglioramento del sistema pallamano generale e che ostacola viceversa una partecipazione responsabile, libera da condizionamenti e ricatti.

Non voglio soffermarmi oltre sui tanti lamenti che provengono un po’ da tutte le parti d’Italia perché sono convinto che ciascuno conosca benissimo la realtà dei fatti e il votare uno schieramento, piuttosto che un altro, sia essenzialmente riconducibile all’eterna partita fra coloro che vorrebbero cambiare per migliorare e coloro che vorrebbero conservare . Comunque sia, penso che ciascuno sia libero di esprimere la propria opinione e di avere la propria percezione della Pallamano, nell’ambito di un confronto civile, che può essere appassionato fin che si vuole, ma che dovrebbe astenersi da offese gratuite (questo vale per tutti) e che dovrebbe comunque tenere conto che saremo sulla stessa barca anche dopo le elezioni .

Per lungo tempo sono rimasto, sospettoso e titubante, nel territorio di mezzo prima di schierarmi apertamente a favore del “Perimetro “, la cordata di Loria .

La scelta è stata determinata non solo dal programma , (chiunque abbia un minimo di conoscenza della sintassi italiana e una o due idee in testa può produrre un buon programma), ma anche e soprattutto dalla stima e dal rispetto verso tutte quelle persone che pian piano sono scese in campo e si sono spese apertamente per un’alternativa possibile, persone che incarnano quei valori nei quali mi identifico io stesso, persone che ho sempre stimato e rispettato, provenienti da tutte le componenti , tecnici, atleti, dirigenti, arbitri, presidenti, dai più umili a quelli più titolati, tutti a mettere a disposizione la propria esperienza, i propri suggerimenti e consigli unicamente per seguire il sogno di un miglioramento possibile della Pallamano italiana, senza chiedere in cambio nessuna ricompensa, favore, o privilegio, nella consapevolezza che questa sarà l’ultima occasione per cambiare la Pallamano in Italia.

L’ultima esortazione è rivolta al recupero di quella sacralità di valori in cui tutti abbiamo creduto per tanti anni, non votiamo solo per un presidente piuttosto che per un altro, votiamo per ridare la speranza di uno sport vero ai nostri ragazzi .