L’assegnazione dei titoli tricolori assoluti, quest’anno conquistati dal Bolzano e dal Conversano (prima volta), sulle rispettive contendenti Fasano e Cassano Magnago, mette di fatto la parola fine alla stagione 2014/15, salvo chiaramente le importantissime “code” del doppio e decisivo confronto europeo della Nostra Nazionale contro la Romania (10 e 14 giugno), nonché delle finali nazionali giovanili e del Festival della Pallamano di Misano Adriatico. Tempo di bilanci e sguardi sul futuro, quanto mai necessari per una pallamano italiana che non appare propriamente in salute.
Per questo motivo facciamo un passo indietro di cinque mesi. Alla fine dello scorso anno solare, il presidente Francesco Purromuto rilasciò una lunga ed articolata intervista all’agenzia Italpress delineando le linee di azione guida per l’anno che stava per iniziare, il 2015, questo!
5 i punti fondamentali indicati dal massimo dirigente federale, proviamo a riassumerli per titoli: 1) il ritorno della massima serie maschile al girone unico, sebbene vincolato alla chiara volontà dei Club in questo senso; 2) una più proficua collaborazione tra Federazione e Club, che noi leggemmo anche come apertura indiretta alla definitiva operatività della lega maschile (LIPAM), fondamentale anche in funzione della realizzazione del punto precedente; 3) un rimodellamento del Progetto Olimpico (Futura) prima dell’inizio del quinto anno di vita; 4) la certificazione delle attività giovanili dei Club, tema lanciato da questa testata; 5) la rivisitazione (formula generica, ma passi) dell’attività federale.
5 temi caldi che da soli, commentammo sulla pagine di HandballTime, se affrontati e sviluppati, avrebbero potuto consentire il cambio di passo tanto auspicato.
5 mesi per tracciare un bilancio che, al netto del risultato (speriamo positivo) della Nostra Nazionale impegnata nel doppio e decisivo match per avanzare nelle qualificazioni europee 2018, appare deficitario su tutti i fronti.
Cominciamo dai rapporti tra Federazione e Lega maschile. Nulla di nuovo sotto il sole, a quanto ci è dato sapere. La Federazione e la LIPAM non hanno fatto passi in avanti significativi verso la stipula di quella “Convenzione” che avrebbe dovuto consentire, da un lato, la riforma del campionato di massima serie, dall’altro, il passaggio di alcune attività di natura commerciale e promozionale in mano ai Club attraverso il loro organismo rappresentativo. Anzi, sempre a quanto ci è dato sapere, i rapporti tra la Federazione ed i Club, su questo punto, appaiono quanto mai complicati e difficili da risolvere in senso positivo. Ci attende, molto probabilmente, un altro campionato a tre gironi e poi un altro ancora, dal momento che tipicamente le riforme necessitano di un biennio per andare in porto, non fosse altro per garantire diritti acquisiti e legittimi interessi di tutti i Club coinvolti.
La prospettiva di un biennio (almeno) di serie A con siffatta formula, spegne quasi definitivamente, a nostro modesto avviso, la speranza/aspettativa di un miglioramento qualitativo del nostro campionato maschile e, di conseguenza, ridimensiona anche l’ambizione di veder migliorare il livello di competitività delle nostre Squadre Nazionali.
A parte la questione LIPAM, nessun segnale di collaborazione e dialogo con i Club neanche ad altri livelli (femminile, giovanile), ne sono prova le assegnazioni delle ultime manifestazioni nazionali, a partire dalle fasi finali giovanili, sottratte a qualsiasi procedura di evidenza. Nessuna
informazione neanche sui contenuti base del prossimo Vademecum delle attività e quindi su tutta la struttura degli “altri” campionati.
Il proposito di dialogo trasparente e di interlocuzione proficua con i Club, appare al momento, clamorosamente fallito, ovvero neanche tentato.
Capitolo Futura. Anche qui si viaggia tra le nebbie. La squadra federale sta portando “stancamente” a termine l’impegno in terra ungherese, annunciato in maniera roboante e poi ridimensionato dall’evidenza dei fatti e, purtroppo, anche dai risultati sportivi “magrini”, solo due vittorie su 16 partite (ne mancano due, ma la sostanza non cambia), una natalizia e una a stagione sportiva abbondantemente finita. La squadra, intanto, continua a perdere pezzi e nulla è dato sapere circa i programmi per la prossima stagione, la quinta: continuerà l’avventura ungherese? E se si, su quali basi? Se no, quale altro mirabolante progetto verrà prospettato? Nessuna indicazione neanche sull’aspetto tecnico-organizzativo e, mai come in questo caso, non vale il detto “nessuna nuova, buone nuove”.
Sugli ultimi due punti, infine, non vale la pena soffermarsi: il primo, la certificazione, troppo complesso per essere strutturato ed introdotto in quattro e quattr’otto, il secondo, la rivisitazione delle attività federali, troppo generico per rappresentare un vero punto programmatico.
Intanto, sta per volgere al termine l’ennesimo (forse il quinto) quadriennio olimpico di “dolce” ed inesorabile decrescita, un piano inclinato non ripidissimo, ma decisamente inclinato, che non permette di guardare al futuro con ottimismo. Per questo motivo, continuando nel gioco del numero 5, proviamo a lasciare sul tavolo della riflessione (quanto mai urgente) 5 domande, sicuri che difficilmente otterremo risposte.
Questione 1. La crisi tecnica della nostra pallamano ha radici profonde che più volte abbiamo indicato nell’assenza di politiche promozionali adeguate, nella organizzazione frammentata delle attività giovanili e nella scarsa attenzione ai temi della formazione tecnica, iniziale e continua. Come si intende affrontare questa questione? Continuando a puntare su un Progetto Scuola i cui risultati sono misteriosi, ignorando le proposte innovative provenienti dai territori e limitando la formazione tecnica agli sporadici e ripetitivi corsi per l’acquisizione dei livelli standard?
Questione 2. La trasparenza dell’attività gestionale è il primo punto da sviluppare se si vuole coinvolgere i Club ed i tesserati nei processi di crescita. Ha la Federazione intenzione di lavorare con decisione su questa questione rendendo noti i processi decisionali, i flussi finanziari, le motivazioni sottostanti alla scelta di coloro che vanno a ricoprire gli incarichi ed all’assegnazione degli eventi e delle manifestazioni nazionali?
Questione 3. Ritiene la Federazione che per migliorare i risultati sportivi delle Nostre Squadre Nazionali sia necessario programmare interventi mirati e coordinati lungo tutta la filiera generazionale, magari differenziati tra settore maschile e femminile, ma comunque affidando la loro progettazione e successiva realizzazione a team di tecnici di provata capacità, che abbiano maturato e dimostrato sul campo, attraverso i risultati sportivi, di meritare considerazione e fiducia?
Questione 4. E’ possibile continuare a non coinvolgere/ignorare i Club (attraverso le Leghe) nella gestione delle competizioni nazionali di vertice, limitando di fatto le possibilità di diffusione e di sviluppo commerciale del prodotto pallamano in Italia, mentre in tutto il resto d’Europa la tendenza è esattamente contraria?
Questione 5. Ha la Federazione, infine, una Vision di ciò che sarà o meglio dovrà essere la pallamano italiana nei prossimi cinque anni, anche in considerazione che il Movimento Olimpico Nazionale si appresta a concorrere per l’assegnazione dei Giochi del 2024 alla città di Roma?