MAI per Dovere: riflessioni da spettatore, ma non troppo…

handball timeMi sono domandato e non ho trovato risposta. Ma perché nessuna società pubblica uno score decente dei propri giocatori e delle partite? Di cosa parliamo quando giudichiamo come è andata una partita?

Ho notato sia come atleta di lunga militanza che come spettatore di ancor più lunga “osservanza”, che nessuna società, nei propri siti, pubblica l’andamento della gare attraverso uno score esaustivo, una statistica che consenta un giudizio sul singolo giocatore, sulla squadra nel suo complesso e quindi se si vuole sull’allenatore. Mi accorgo di quanta difficoltà ci sia nel mettere a nudo difetti e pregi di chi in campo ci va e potrebbe migliorare e magari anche rivendersi meglio nel mercato dell’anno successivo. Da noi si sa che un giocatore è forte perché la sua squadra ha vinto lo scudetto, ma non si sa se lo stesso giocatore è forte se non vince nulla.

Vincere e perdere sono eventi che dipendono da varie componenti: dal gruppo, dalla organizzazione della società, dall’allenatore, da tutte queste cose messe assieme e da altro.
La valutazione oggettiva delle prestazioni esiste e si può avere attraverso dati misurabili: palle perse, passaggi buoni o sbagliati, assist, tiri in porta – segnati, parati e fuori, intercetti, contropiede, errori tecnici, forzature, ecc., ma anche da valutazioni soggettive: atteggiamenti, prima, durante e dopo la partita e passando dal singolo alla squadra anche direzione di gara dell’allenatore (eventuali errori, efficacia dei time out), conduzione arbitrale e via di seguito.

Dire che un giocatore segna 10 gol a partita è come dire che ha a disposizione 10 azioni e le ha messe tutte dentro. Ottimo sarebbe il 100%! Lo stesso che se un giocatore fa un tiro e segna è sempre il 100%. La lettura dei dati è contestualizzabile rendendo il giudizio colmo di dettagli e di riflessioni verso quell’atleta e chi lo allena e la società che lo ospita. Per non parlare degli aspetti organizzativi.

Se giochi nella società “pinco” che ti fa andare in trasferta martoriato da un viaggio in cui devi guidare, mangiare un panino e tenere l’umore alto, secondo me se giochi e tiri 5 volte e segni 4 non hai solo il 90% ma hai il 90% di realizzazioni, il 100% di stato emotivo, il 50% di utilità alla squadra, il 10% in più su tutto visto come la società ti fa giocare. Allora, mi chiedo, perché non iniziare una nuova era snocciolando le dinamiche del sabato non solo attraverso i tabellini, ma anche attraverso statistiche serie e, perché no, valutazione delle condizioni ambientali e di contesto in cui si gioca una partita?

La cosa non sarebbe sconvolgente ma consentirebbe un giudizio complessivo migliore dei nostri campionati. Gli altri sport hanno fatto dello score una pietra miliare che rende attento il giocatore nello svolgimento della partita. Se sei un buon difensore puoi diventare un ottimo difensore e lo fai solo se capisci quanto serva esserlo, oggi vedendo i tabellini sembra che tutti giochino in attacco e pochi difendano, per non parlare dei portieri di cui non si sa mai niente, a volte si fa fatica a capire pure chi sono. Poi vedendo le partite dal vivo, ci accorgiamo che si difende poco, che sono quasi estinti i contropiede e che si gioca con un tasso di errori tecnici altissimo.

E cosa fanno gli allenatori? Una volta mi è stato espresso un pensiero personalissimo ma condivisibile riguardo al minuto richiesto da un allenatore nella partita che si stava svolgendo. La sua esposizione era di questo tipo: “Bravi forza, bravi forza, forza bravi su dai bravi forza …” Peccato che nel mentre la RAI stesse riprendendo il minuto andando in zoom su questo allenatore un po’ appesantito. Mi chiedo, serve questo tipo di pubblicità?

Evidentemente si deve crescere tutti, a partire dagli allenatori (formatori), a volte imbarazzanti per ignoranza comunicativa, tanto da chiedersi, ma se non sa parlare, come pensa che gli atleti capiscano ciò che devono fare? Forse è anche questo il motivo della nostra posizione nel ranking mondiale, ma questo è un altro discorso…

di Max Dovere