Come può crescere il nostro sport se una delle maggiori componenti, forse la più importante, mi riferisco alla componente giocatori, non viene tutelata da nessuno?
Dopo aver letto dell’ennesimo taglio di uno straniero nel massimo campionato di serie A/1 maschile, al termine della mia giornata di lavoro, ho deciso, probabilmente inimicandomi qualche società, di esprimere la mia opinione peraltro già espressa molte volte nei colloqui con i giocatori più esperti, con i vari direttori sportivi dei club italiani, e non da ultimo con diversi dirigenti federali. Nel mondo della pallamano Italiana mi hanno conosciuto dapprima come giocatore, ho vestito per 25 anni la maglia del Gaeta, da oltre 15 anni rivesto il ruolo di direttore sportivo del club, e come agente ho portato in Italia decine di atleti sia a Gaeta che ad altri club italiani. Il mio pensiero è che gli atleti sono il motore del nostro sport e come tale andrebbero maggiormente tutelati. Nelle federazioni più importanti, professionistiche e non, esistono le associazione a tutela degli atleti che quotidianamente lavorano in favore della categoria. Non è più ammissibile che nel 2016, ragazzi italiani giovani o meno giovani o atleti stranieri che si trasferiscono a centinaia di chilometri da casa, si accordino con le società con una semplice stretta di mano, o peggio con la sottoscrizione di contratti eccessivamente favorevoli al contraente forte, le società. In questi anni nel trattare con le società sportive italiane ne ho viste di tutti i colori. Club che pretendevano di concludere accordi con atleti esclusivamente verbalmente, società che volevano inserire nei contratti clausole che li autorizzavano alla sostituzione del giocatore ad insindacabile parere dell’allenatore e così via. Ho letto addirittura un contratto fra una società ed un giocatore, in cui vi era scritto che nel caso di mancato pagamento di due stipendi consecutivi da parte della società, il contratto si riteneva risolto e, sulla base di questa clausola si è tagliato lo straniero non più desiderato, il quale non solo non è stato pagato ma è stato anche tagliato. In questi anni molti atleti mi hanno chiamato chiedendomi un aiuto per cercare di risolvere i loro problemi con i rimborsi spese e nessuno di loro aveva un accordo scritto con il club. Scegliere un giocatore, soprattutto se straniero e mai visto in Italia non è semplice, e questo fa la differenza fra un campionato normale ed uno esaltante, ma non ritengo giusto che la componente atleti subisca tutto questo senza avere alcun tipo di tutela. I direttori sportivi devono imparare ad assumersi la responsabilità delle loro scelte a sottoscrivere accordi con gli atleti ed a rispettarli. Il rischio legato al rendimento dei giocatori deve ricadere sulle società che ad inizio anno hanno valutato attentamente l’atleta ed hanno deciso di prenderlo. Spesso si legge sui portali di pallamano di direttori sportivi che con tanto di foto, titoloni a 7 colonne, annunciano l’acquisto del nuovo straniero spacciandolo come “campione” e poi dopo poche giornate lo tagliano scoprendo che non era tale. Posso dire, con orgoglio, di aver portato in molte squadre italiane decine di giocatori, tutti con un regolare accordo scritto e che tutti hanno ottenuto il rispetto delle condizioni ed il pagamento dei loro compensi. Per far questo in alcuni casi sono dovuto ricorrere anche al Tribunale ma le società devono capire che la componente atleti va tutelata. Così come la Federazione tutela se stessa non permettendo ai club morosi l’iscrizione al successivo campionato se non in regola con i pagamenti delle multe, nello stesso modo dovrebbe tutelare la componente atleti. Se le squadre non sono in regola con il pagamento dei rimborsi spese, non dovrebbero potersi iscrivere al successivo campionato. Questo tutelerebbe non solo gli atleti, italiani e stranieri, ma le stesse società sportive evitando che club che promettendo somme al di sopra delle loro possibilità, sapendo di non poterle pagare, continuino a falsare il mercato a tutto svantaggio della stragrande maggioranza delle società serie che nelle difficoltà economiche promettono agli atleti solo ciò che possono realmente pagare. E chiaro che per fare questo andrebbe creata un’associazione giocatori, che lavori alla predisposizione di un contratto tipo, che collabori con la federazione sugli argomenti che interessano direttamente la componente atleti; per esempio gli accordi con l’assicurazione per gli infortuni degli atleti, che negli ultimi anni sono sensibilmente peggiorati, prevedendo franchigie troppo alte. L’associazione potrebbe essere magari il luogo dove depositare i contratti. Sono perfettamente al corrente che sui contratti superiori a 7.500,00 euro, – limite dei rimborsi esenti da tasse – andrebbero pagate le imposte, ma già tutelare gli atleti con contratti entro questo limite significa probabilmente tutelare il 90% della componente giocatori. Gli atleti vanno tutelati altrimenti in uno sport già povero come è il Nostro, risulta ancor più giustificata la scelta di molti ragazzi di abbandonare l’attività agonistica per dedicarsi al lavoro, non essendo risusciti in molti casi neanche ad ottenere quel piccolo rimborso spese promessogli dal club. Fra un paio di mesi con le elezioni avremo un nuovo rappresentante degli atleti il quale, secondo il mio modesto parere, fra le varie problematiche, non potrà non occuparsi anche di questa. Concluso sperando che su quest’argomento, secondo il mio parere di fondamentale importanza, si possa aprire un dibattito costruttivo fra le varie componenti del mondo della pallamano, magari anche sui forum evitando polemiche distruttive ed offese gratuite nei confronti di chi la pensa diversamente.
Buona pallamano a tutti.
Pierpaolo Matarazzo