“Naturalizzati”: risorsa azzurra

ItaliaIl dibattito è ufficialmente aperto. Ora che Mario Sporcic è a tutti gli effetti un cittadino italiano è giusto, conveniente, politically correct, consegnargli in dote una maglia Azzurra?

Il quesito tiene banco tra addetti ai lavori e appassionati, toccherà al ct Radojkovic risolverlo, ben sapendo che sulla linea dei terzini la qualità non fa difetto, anzi….Ma vuoi mettere uno Sporcic in più nel motore? Tanta roba anche perchè il terzino del Bozen potrebbe essere sicuramente un innesto importante per la Nazionale che nei prossimi mesi dovrà vedersela con il Kosovo e la Romania in quello che sarà il primo turno di Qualificazione agli Europei del 2018.

Ed allora al netto delle valutazioni tecniche, di esclusive competenza del Commissario Tecnico, tocca agli altri, a noi, fare valutazioni altre…Ad esempio: un massiccio impiego di “naturalizzati”, sia in campionato che in Nazionale, rischia di vanificare il lavoro dei settori giovanili?

Ed ancora: un naturalizzato può avere le stesse motivazioni, gli stessi stimoli, le stesso orgoglio nel vestire l’Azzurro di un giovane italiano? Intanto vale la pena ricordare che è la Costituzione a garantire a “tutti” gli italiani gli stessi diritti e doveri, e dunque anche la rappresentatività in Azzurro, motivo per cui le valutazioni vanno fatte solo da un punto di vista squisitamente tecnico.

Altri sport, altre Nazioni, stanno da tempo battendo la strada delle naturalizzazioni senza arrossire e senza spaventarsi più di tanto…”Machiavellici”, i CT non badano alla forma pur di garantire forze nuove ai propri team.

In Italia, il ricorso alle “naturalizzazioni” è di recente introduzione, nel resto del Mondo e in particolare in Europa abitudine diffusa e datata. Hanno fatto ricorso alle naturalizzazioni un po’ tutti, finanche il calcio, per non parlare di basket, volley, atletica leggera, rugby…Ognuno ha il suo “naturalizzato” e se lo coccola.

Perchè allora non potrebbe farlo anche l’handball considerato che, in fondo, la pratica è stata già utilizzata. A Radojkovic l’ardua sentenza.

In verità avremmo raccolto con piacere ed orgoglio, sul punto, il pensiero del CT Azzurro ma, al netto della disponibilità dimostrata dal buon Fredi nei confronti di Handballtime, ci siamo scontrati contro la volontà dell’ufficio stampa della FIGH che ha scelto la linea del silenzio per il suo CT; scelta legittima ma non condivisibile.

Restiamo, allora, in attesa della presentazione ufficiale del nuovo Commissario Tecnico per discutere di Nazionale, prospettive e ambizioni. Al momento il minimo che si può fare è augurargli le migliori fortune.

Handballtime sta con gli Azzurri.