Dopo l’altra partita della nazionale conclusasi con la vittoria di Israele per 21-22, Alessandro Tarafino, mister del Conversano, ha risposto ad alcune domande di HandballTime per condividere con tutti i lettori le proprie opinioni in merito. Sentiamo quindi quanto dichiarato dal mister pugliese:
HandballTime: Ieri primo test della nazionale contro Israele, avversario non irresistibile ma giusto in questa fase. HandballTime ha definito incoraggianti i primi riscontri del campo e semplice ed efficace l’impostazione del nuovo CT, cosa pensi in merito?
Alessandro Tarafino: Premetto che non ho potuto vedere le partite, solo alcuni minuti finali della seconda, quindi sicuramente non potrò fare considerazioni di carattere tecnico. Ho maturato però una idea precisa in tanti anni di frequentazione dell’ambiente della nazionale, su cosa è importante fare ed ottenere per tentare di riportare la nostra nazionale a livelli accettabili. Mi fa piacere constatare che il CT Radojkovic sia riuscito a programmare più stage e incontri internazionali, le ore trascorse in palestra ad allenarsi o a giocare partite internazionali non sono mai abbastanza. Occorre formare un gruppo motivato di atleti, con la possibilità di allenarsi più volte al giorno, non solo con la nazionale ma durante tutto l’anno nei propri club, per dargli la concreta e reale opportunità di crescere e migliorarsi sotto tutti gli aspetti. L’obbiettivo da raggiungere, oltre ai risultati che rimangono sempre la cosa principale per chi fa sport, dovrebbe essere quello di creare un ambiente favorevole a tutti: atleti, tecnici e dirigenti e arbitri. Un circuito dal quale tutti possono ricavarne vantaggi in termini di esperienze, formazione e crescita comune.
HandballTime: Mancavano i cosiddetti “stranieri”, come pensi potranno inserirsi in futuro?
Alessandro Tarafino: I buoni giocatori non dovrebbero avere problemi di inserimento all’interno di una squadra. I giocatori Italiani che giocano all’estero sono risorse importantissime per la nazionale e per tutti in genere, specie se riusciranno a mettere a disposizione dei loro compagni e dell’allenatore le esperienze e le qualità tecniche maturate all’estero.
HandballTime: Ritieni utile provare in questa fase qualche nuovo “naturalizzato” e, se si, in quale posizione la nostra nazionale avrebbe più bisogno ?
Alessandro Tarafino: Queste sono valutazioni che dovrà fare lo staff tecnico, considerare eventuali giocatori meritevoli di un posto in Nazionale è compito esclusivamente del tecnico. La cosa fondamentale rimane sempre la costruzione di un gruppo unito, con la giusta mentalità e una propria identità che riesca a sopperire alle eventuali defezioni attraverso un sistema difensivo ed una organizzazione di gioco di squadra.
HandballTime: In conclusione, cosa ti è piaciuto di questo gruppo “sperimentale” e, di contro, su cosa ritieni che ci sia più da lavorare?
Alessandro Tarafino: Mi è piaciuto vedere nella lista dei convocati, alcuni ragazzi giovani promettenti che hanno però molto da lavorare e da imparare se vogliono completare il loro processo di maturazione. Giusto anche l’apporto di alcuni giocatori con più esperienza per guidare e incoraggiare i più giovani. Il lavoro da fare è tanto, se si vuole colmare almeno in parte la differenza con le altre Nazioni Europee. Solo con tanta fiducia, sacrificio e molto allenamento si possono ottenere dei piccoli passi in avanti: nessun allenatore mi ha mai indicato scorciatoie per raggiungere dei risultati. La crescita di tutto il movimento passa necessariamente attraverso il lavoro della Nazionale e dei suoi tecnici: chi sta alla guida delle varie rappresentative Nazionali deve necessariamente avere le giuste competenze per avviare un percorso formativo che preveda tra le altre cose la condivisione con i tecnici dei club delle proprie esperienze, l’acquisizione di una mentalità piú professionale da parte di tutti, oltre allo sviluppo di un vero e proprio metodo di lavoro comune che più si avvicini alla pallamano moderna. Questi secondo me sono punti importanti dai quali non si può assolutamente prescindere. Alla base servono invece grande organizzazione, incentivi e agevolazioni per i club che svolgono con qualità, il lavoro nelle scuole e con il settore giovanile, programmazione che porterà benefici a medio e lungo termine. I club dovranno capire che senza idee e programmazione non arriveranno molto lontano, facendo esclusivamente il proprio interesse senza lungimiranza e uno sguardo al bene comune non si otterrà mai un concreto e tanto atteso passo in avanti. Buon campionato a tutti!