All’inizio della sua avventura editoriale HandballTime ha lanciato un’iniziativa che a dire il vero non ha riscosso molto successo: Autocertifica il tuo settore giovanile. L’obiettivo era e rimane individuare e presentare le realtà associative che hanno puntato sui giovani raggiungendo in questi ultimi anni buoni livelli di organizzazione e risultati apprezzabili, sia in termini di diffusione e promozione del nostro sport, sia per i risultati sportivi conseguiti. In altre parole l’intenzione di HandballTime era e rimane analizzare la diffusione del movimento e la sua distribuzione sul territorio nazionale dando il giusto risalto alle iniziative eccellenti con una solida tradizione alle spalle e ai nuovi progetti che stanno cominciando a prendere forma e sostanza. Il tutto in un contesto sportivo nazionale oggettivamente in difficoltà nel quale si invoca quotidianamente l’incentivazione del movimento giovanile quale precondizione per un nuovo sviluppo.
Il peggioramento dei risultati sportivi, fatte salve poche e ben circoscritte eccezioni, è stato costante nell’ultimo decennio e purtroppo è diffuso a tutti i livelli: sport professionistico, discipline olimpiche tradizionali, sport individuali e di squadra, frutto della crisi dell’associazionismo, o meglio della difficoltà organizzative e di finanziamento delle associazioni sportive che rappresentano il nucleo di base del sistema, per intenderci quella che è la famiglia nella nostra società, nonché di un rapporto difficoltoso, probabilmente mai nato, con le istituzioni scolastiche, cosa che da un lato priva il movimento sportivo nazionale della base di educazione motoria che in altri paesi la scuola invece garantisce, dall’altro condiziona fortemente le scelte delle famiglie che sono poste costantemente di fronte all’opzione tra scuola e sport che in un sistema virtuoso non dovrebbero rappresentare alternative bensì momenti complementari della crescita e dell’educazione dei nostri ragazzi e ragazze.
Molti sarebbero gli argomenti di discussione ed approfondimento, altrettanti i fronti polemici da aprire, del resto chi è senza peccato scagli la prima pietra… In questa fase bypassiamo l’analisi sociologica e socioeconomica e partiamo dalla realtà, dopo che in molti recenti interventi il presidente del CONI Malagò ha indicato la strada dei centri territoriali di eccellenza quale strumento per la crescita del movimento sportivo nazionale e il presidente della FIGH Purromuto ci ha seguito sul tema delle attività certificate. A ben vedere, infatti, trattasi di quello che HandballTime ha detto lanciando la sua iniziativa sui settori giovanili, pochi hanno risposto, pertanto proseguiamo noi con la mappatura dei centri eccellenti certificabili regione per regione, distretto per distretto. Non ce ne vogliano coloro i quali per valutazioni soggettive oppure per semplice dimenticanza non si vedessero citati, ci scusiamo in anticipo invitando tutti ad autopromuoversi e presentare.
Partire dalla realtà significa disegnare la mappa di quello che attualmente c’è per lavoraci sopra favorendo lo sviluppo delle attività e soprattutto incentivando chi opera quotidianamente, come ha suggerito in modo pragmatico Riccardo Trillini in un suo recente intervento su HandballTime.
Partiamo dal Nord, come sempre, anche perché oggettivamente in questa Area si registra la maggiore densità di attività e pertanto di operatori.
Nel Sud Tirol/Alto Adige si distinguono le realtà di Bozen (società con codice 011) che oltre ad una attività completa nel settore maschile, da qualche anno è presente anche nel femminile con un progetto di assoluta qualità. Tradizionali le piazze di Brixen (cod. società 034) dove da sempre l’attività copre tutte le categorie maschili e femminili e di Merano dove invece operano tre società: il Meran S.C. (cod. 059) specializzata nell’attività maschile, lo Schenna ASV (cod. 1565) esclusivamente femminile e l’emergente Algund (cod. 1405) che sta sviluppando un progetto misto molto interessante. Particolare la piazza di CampoTures/Taufers caratterizzata dalla presenza di una società molto attiva che oltre a lavorare in tutte le categorie giovanili maschili e femminili, organizza ogni anno un frequentatissimo torneo estivo internazionale (HB Cup Sud Tirol) che quest’anno si svolgerà dal 3 al 5 luglio, iscrizioni aperte su HandballTime. Da ultimo citiamo Bruneck, neonata società che ha accolto da quest’anno le attività parascolastiche della Meusburger con l’intento di consentire al movimento femminile locale il definitivo salto di qualità anche a livello di campionati nazionali. Di minor rilievo l’attività giovanile dell’Eppan, che milita nel campionato di serie A maschile e che quest’anno ha presentato soltanto una seconda squadra in BM e una giovanile iscritta al campionato U14 regionale.
Nel Trentino di lingua italiana si distinguono due società con grande tradizione alle spalle: il Pressano (codice 338) ed il Mezzocorona (cod. società 095). Esclusivamente maschile l’attività della prima, anche se caratterizzata da importanti risultati sportivi a livello nazionale come la vittoria del titolo U14 lo scorso anno, mentre la seconda opera in entrambi i settori. Da registrare un nuovo slancio organizzativo (solo maschile) nella tradizionale piazza di Rovereto, da anni un po’ in declino, ma dove la ristrutturata società locale sta lavorando per il dovuto ed auspicato rilancio. Nuovi progetti anche in Val di Fiemme e Fassa, mentre standardizzata e poco viva appare l’attività femminile nel piccolo centro di Besenello.
Centrato sul blasone e la tradizione di Trieste (codice 025) il movimento giovanile nel Friuli-Venezia Giulia, dove sono molto forti i rapporti con il vicino Veneto e la confinante Slovenia. Qualche segno di risveglio si registra nella piazza di Campoformido dove operano due società una maschile e una femminile, mentre nessun segnale di sviluppo giunge da un’altra piazza con lunga militanza come Udine.
Molto più ricco il panorama delle attività nel Veneto, regione tradizionalmente forte nel panorama giovanile nazionale. Spicca su tutti il Mestrino, titolatissimo in campo femminile e campione U18 e U16 in carica, seguito dalle Gueriere Malo, campionesse U14. La zona di Padova-Vicenza è attualmente la più ricca di attività, ai due citati sodalizi si aggiunge il Cellini Padova, club con consolidata tradizione sia in campo maschile che femminile, oltre alle società maschili Malo e Emmeti Group. Realtà in ascesa è il Camisano, mentre una progettualità congiunta sta dando nuova linfa alle attività del Vicenza Riviera e del Torri. Altri centri trainanti sono rappresentati da Dossobuono, nell’area veronese, da Oderzo, nel trevigiano, mentre la zona di Venezia è presidiata dal Cus e dalla Polisportiva Arcobaleno di Oriago.
La Lombardia è caratterizzata da tre centri pilota molto strutturati: Cassano Magnago, Gallarate e Cologne. Nel glorioso Pala Tacca svolgono la propria attività le due società guida dell’H.C. Cassano Magnago (maschile) e della Pallamano Femminile Cassano Magnago, mentre le “rivali” Crenna (maschile), Raluca (femminile) e Cedrate sono a pochi chilometri di distanza nell’impianto di Cedrate-Gallarate. Nell’arco di una trentina di chilometri si svolgono le principali attività nel bresciano, dove primeggia la società del Cologne (con la sua collegata Franciacorta), seguita dal Leno, attiva sia nel settore maschile che femminile e dalla Leonessa Brescia, progetto in ascesa che oltre nel capoluogo si sviluppa anche nella vicina Castrezzato. Più isolato, ma molto attivo negli ultimi anni ed in crescita, il centro di attività del Ferrarin situato nell’hinterland milanese a San Donato. Frammentaria l’attività in Piemonte, senza punte di eccellenza e progetti in continuità, mentre più attivo il panorama in Liguria, dove oltre alla piazza di La Spezia (dove operano tre società), sta crescendo un ottimo movimento tra Imperia e Ventimiglia, le cui società beneficiano anche dei continui e proficui scambi con la vicina Francia.
Nell’Area Centro la parte del leone spetta sicuramente all’Emilia Romagna, sede di realtà consolidate e forte di un movimento di campionati di buona qualità. Bologna resta il centro più attivo, nel capoluogo si muovono il Bologna (codice federale 055) ed una serie di società satelliti e non, tra le quali la più attiva appare la Pallamano 2 Agosto di Borgo Panigale. La storica piazza di Imola-Mordano resta un punto di riferimento tecnico per tutta la regione ed in particolare per la vicina Faenza, mentre due sono i distretti più interessanti in relazione alla quantità/qualità delle società operanti: Modena e Reggio Emilia. A Modena la spinta maggiore viene dalla rinnovata progettualità del Carpi, seguito da altri due marchi consolidati quali il Rapid Nonantola e la Scuola Pallamano Modena. Nel reggiano spiccano le realtà di Casalgrande e di Rubiera, seguite dal Marconi Jumpers di Castelnovo di Sotto. Molto attive anche le società ferraresi, Estense (maschile) e Ariosto (femminile), quest’ultima ha da poco varato una nuova iniziativa denominata Scuola di Handball Ariosto. Buona anche la spinta propulsiva proveniente dalla storica Pallamano Parma che ha permesso la crescita di altre realtà specializzate quali il Green Handball ed il Felino.
Buono e consolidato anche il movimento in Toscana, più o meno le stesse caratteristiche riscontrabili nella vicina Emilia Romagna, sebbene con dimensioni e qualità leggermente inferiori. Negli ultimi anni in grande evidenza la realtà di Arezzo, che ha raggiunto e probabilmente superato altri centri tradizionali quali Grosseto e Massa Marittima. Sotto il profilo della diffusione distrettuale restano preminenti le zone di Borgo S. Lorenzo (Scuola Scarperia e Fiorentina Handball) e soprattutto di Prato (Ambra, Pallamano Prato e Tushe nel femminile), mentre stabile sembra la diffusione nell’hinterland fiorentino dove operano il La Torre ed il Tavernelle. Satellitare rispetto alla Toscana si configura il movimento umbro, limitato sull’asse Bastia-Assisi.
Man mano che si scende verso il Sud, ecco che arrivano le dolenti note a partire purtroppo dalle Marche, dove gli unici centri di rilievo sono Cingoli con una consolidata tradizione sia maschile che femminile ed Ancona, seguiti da Chiaravalle e Monteprandone che appaiono in crescita organizzativa. Situazione abbastanza statica in Abruzzo con Città S. Angelo che ha raggiunto un discreto livello di copertura delle categorie maschile e la città di Teramo, con grande tradizione ma purtroppo con elevata conflittualità interna, tanto che di anno in anno si fanno e si disfano progetti con grande danno per la continuità e la crescita complessiva del movimento. Al palo il Lazio dove sopravvivono le solite società con un’attività standard (Gaeta S.C., Pontinia e Flavioni Civitavecchia), mentre solo il Fondi sembra avere un programma più ambizioso, partito quest’anno con l’allargamento delle attività al settore femminile. In calo anche il movimento sardo, che pure in passato aveva vissuto stagioni molto ricche di iniziative e talenti. Restano in pista solo le attività della società di Nuoro e una serie di iniziative a Sassari, tra le quali quella più interessante al momento sembra essere il Verdeazzurro.
La Campania vive oramai su poche realtà consolidate anche se di livello alto (Salerno) e medio-alto (Benevento), con Atellana e Capua che cercano di non disperdere il buon lavoro fatto negli anni trascorsi. A Salerno per la PDO l’attuale è il quinto anno di forte investimento sulla Scuola di Handball ed i primi risultati si vedono, sia in termini numerici di diffusione sia sotto il profilo dei risultati, titolo nazionale U 12 e vittoria in tutte le categorie miste a Misano la scorsa estate. Buona anche la diffusione maschile in una piazza tradizionalmete femminile. Percorso inverso per il Benevento, da sempre società maschile, impegnata da qualche anno anche nel settore femminile. A Benevento è nato quest’anno un nuovo ambizioso progetto giovanile nel nome di Valentino Ferrara, sfortunato giovane giocatore deceduto lo scorso anno, anche nel capoluogo sannita, però, la forte conflittualità interna rischia di incidere sulla qualità delle attività. Ancora timida la rinascita della tradizionale piazza di Torre del Greco, mentre in caduta libera appare Scafati, l’altro storico luogo della pallamano campana. Scomparse definitivamente Napoli ed Avellino, la Campania finisce qui. Non giudicabile il movimento calabrese, con molte società monosquadra impegnate in campionati di prima fascia che non hanno quasi mai una prosecuzione nelle successive fasi nazionali. La Puglia presenta un quadro molto concentrato sulle due storiche aree di sviluppo: Conversano e Fasano. Oltre alle capofila del movimento, l’Accademia Conversano e la Junior Fasano, si distinguono la società femminile conversanese dell’Amatori, la Pallamano Noci, se pur tra mille vicissitudini societarie e la Polisportiva Serra di Fasano.
Quadro desolante e desolato in Sicilia, terra un tempo fucina di campioni e con un numero di squadre altissimo, sempre competitive anche a livello nazionale. Sono rimasti in pochi a resistere alla crisi di finanziamento e probabilmente anche di risorse manageriali e tecniche, solo il Kelona a Palermo nel maschile seguita dall’Alcamo e l’Albatro di Siracusa, che dallo scorso anno ha aperto anche la sezione femminile, resistono ad un discreto livello sia di partecipazione ai campionati sia di risultati sportivi.
In conclusione, proviamo a posizionare sulla cartina dell’Italia le 70 società che dalla nostra analisi sembrerebbero certificabili. Ci assumiamo tutta la responsabilità dei risultati, scusandoci per le mancanze dovute a dimenticanza o errore di valutazione. Invitiamo comunque i citati e coloro che, non citati, ritengano di possedere requisiti organizzativi e tecnici di prim’ordine a mandare alla mail della redazione la propria scheda per l’inserimento nell’apposita sezione “AUTOCERTIFICA IL TUO SETTORE GIOVANILE”.
