Pallamano: L’Europa corre, l’Italia cammina

In Italia, lo si può considerare uno sport di nicchia. Lo si pratica a scuola, quando va bene e se c’è un professore motivato, negli anni delle medie, al massimo al liceo. Un livello dilettantistico, che tale rimane con non più di 35mila tesserati contro gli oltre 350mila di basket e pallavolo. Nel resto d’Europa, invece, la pallamano sta conoscendo un successo senza precedenti, come dimostrano i numeri del mondiale che si sta disputando in Francia: domenica 29 verrà assegnato il titolo, con i padroni di casa favoriti, soprattutto dopo l’eliminazione a sorpresa della Germania e della Danimarca, campione olimpico uscente. Ma non avrebbe potuto essere diversamente: dopo anni di dominio dei paesi nordici e della Germania, che hanno preso il posto delle nazioni dell’ex blocco sovietico (dove vincere era una quasi un obbligo essendo sport olimpico), la potenza emergente dell’handball è proprio la Francia. Inanellando una serie di vittorie senza precedenti sia nel maschile (2 ori e 1 argento nelle ultime tre olimpiadi e  5 mondiali vinti dal ’95), sia in campo femminile (argento a Rio, 1 mondiale e 3 secondi posti dal ’99), le nazionali transalpine hanno conquistato migliaia di tifosi alla causa della pallamano. Tanto è vero che le ultime statistiche lo hanno identificato come il terzo sport più seguito in Francia, dopo il rugby e il calcio, ma davanti al basket. Per spiegare il fenomeno in Francia basterebbero le polemiche nate negli ultimi anni per la mancanza di palazzetti con capienza “superiore” ai 10mila posti, che non consentirebbero al movimento di fare il salto definitivo. Nel successo dei “cugini”, c’è anche un piccolo pezzo di Italia: la Panini (la stessa dello storico album dei calciatori) ha deciso di pubblicare una albo speciale per i mondiali, 32 pagine con tutte le foto dei giocatori della nazionale del “blues” maschile, ma anche femminile, in previsione del mondiale di categoria che si disputerà proprio in Francia a fine anno. Francia e Germania sono le punte del movimento in Europa, che poi coincide con l’élite mondiale della disciplina, visto che il titolo mondiale (sia maschile che femminile) non è mai uscito dal Vecchio Continente. Un successo che sta cominciando a diventare importante anche dal punto di vista economico. Lo dimostrano i numeri del mondiale in corso: dieci anni fa, i contratti di sponsorizzazione in Europa non superavano i 3 milioni di euro, l’anno scorso sono arrivati a 9 milioni. Il colosso tedesco della grande distribuzione Lidl ha appena firmato un contratto per dare il suo nome al campionato di serie A francese per i prossimi quattro anni. La stessa Lidl è capofila degli sponsor per il mondiale in corso, assieme a Caisse d’Epargne, Eden Park e Renault. Complessivamente, sono entrati nelle casse degli organizzatori 30 milioni, quando erano soltanto 9 due edizioni fa del mondiale. E’ vero che il 67% delle entrare è ancora coperto dai biglietti, ma anche sotto questo punti di vista si tratta di un successo di pubblico già confermato dalla prevendita dei prossimi mondiali che si terranno in Germania, che hanno già toccato quota 450mila. E l’Italia? Dalla sua, la federazione può giustificarsi con il fatto di essere nata da poco (ha appena celebrato i 45 anni di attività) e di scontare una carenza di palazzetti: a causa delle dimensioni del campo di gioco (20 per 40 metri), la maggioranza dei palazzetti dove si gioca a basket o a pallavolo non sono in grado di ospitare partite ufficiali. Manca di tradizione e di successi sportivi: l’unica partecipazione degli uomini a un mondiale è stata nel ’97 e dal 2005 non riesce a superare la prima fase di una qualificazione. Inoltre, il fatto che il movimento sia rimasto a livello dilettantistico non spinge di certo i giovani, una volta usciti dal periodo scolastico a dedicarsi a questo sport. Ma qualcosa sta cambiando. I tesserati, anno dopo anno, sono in costante aumento. E i miglioramenti si intravedono anche a livello di nazionale: a fine 2016, i maschi hanno da poco ottenuto il pass per accedere ai play off che qualificano al prossimo Europeo (rete all’ultimo minuto contro Lussemburgo), mentre le ragazze (battendo il Portogallo) andranno ai play off per i mondiali in Francia.

Articolo tratto dal sito web Repubblica.it