Pes tra amarcord e speranze. “Occorre ripartire”

“Senza presente non può esserci futuro”. E’ una sentenza quella proferita da Antonio Pes per anni “dominus” della pallamano femminile italiana, detentore con il suo Sassari del record di vittorie in Coppa Italia (sei), e a Teramo per assistere alla Final Eight. “E’ difficile stare lontani dalla pallamano. Questo sport è la mia vita. Con curiosità ho deciso di trascorrere un week end qui a Teramo. In verità – dice – constato con amarezza di aver visto poco di interessante. Quello che già sapevo – aggiunge – la forza di Conversano, la tradizione di Salerno, la freschezza del Cassano e poco altro. Non c’è da stare allegri”. Appese “le scarpette” al chiodo ormai da qualche stagione (tre per la precisione), Antonio Pes continua a monitorare dal suo osservatorio privilegiato la situazione della pallamano italiana. “Per certi versi mi pare che il tempo si sia fermato. Vedo giocare Barani, Avram, Pavlik, Palarie e sono tutte giocatrici ancora determinanti. Non è un buon segnale per il nostro movimento, un po’ mi commuovo come quando tutta la panchina del Salerno mi è venuta a salutare ed ho ripensato a tutte le finali giocate contro, ma se vogliamo pensare per il bene del nostro sport c’è seriamente da preoccuparsi. Siamo messi male in generale e ciò che più mi preoccupa –aggiunge –è che si fa poco per migliorare. Sempre peggio…”. E’ soprattutto sul movimento “rosa” che Pes concentra le sue attenzioni, non fosse altro perchè lo conosce a fondo, come le sue tasche. Per anni il suo Sassari ha dettato legge in Italia. “C’è una data e un momento preciso. E’ identificabile il momento dell’inizio del declino – dice – è la stagione 2010 quella che vide la nascita del progetto “Futura”, la vera rovina del movimento femminile. Doveva rappresentare una risorsa, un’opportunità dicevano coloro che l’avevano partorito. E’ stato un disastro. Molte società sono state espropriate dalla Federazione del loro patrimonio tecnico ma per fare cosa? Cosa è rimasto di Futura dopo cinque anni? Quali risultati ha ottenuto il movimento, chi ne ha tratto giovamento? Quanto è costato e a cosa è servito? Purtroppo a queste domande nessuno darà mai una risposta vera, seria. Ognuno coltiva il proprio orticello e di questo passo ci avviciniamo sempre di più verso la fine. Cosa fare? Difficile dirlo, difficile individuare un metodo, c’è, intanto, da resettare tutto e ripartire è per questo dico che senza presente non può esserci futuro”.