Tra gli argomenti più discussi del momento, tanto più perché utilizzato in maniera propagandistica, c’è quello relativo alle squadre nazionali, nel mirino dell’opinione pubblica a corrente alterna: tantissimo quando gioca, pochissimo nei lunghi periodi di stop. Premesso che l’attività delle squadre Nazionali rappresenta il core business delle Federazioni e che alle stesse viene destinata una robusta parte del budget annuale che non può essere in alcun modo (tranne che in occasioni particolari da certificare) speso per altro, è significativo per una corretta ed onesta analisi analizzare quanto è stato fatto in questi tre anni e mezzo di gestione tecnica Trillini, designato Direttore Tecnico delle Squadre Nazionali (a furor di popolo ndr) dalla Governance guidata da Pasquale Loria. Ma quali sono le principali critiche rivolte alla gestione/attività delle squadre Nazionali, in modo particolare alla Nazionale maschile senior che rappresenta, un po’ in tutte le Federazioni, il biglietto da visita?
Si dice che in questi anni sia peggiorato il ranking. Sbagliato. Fino al 2014 l’Italia occupava il 31mo posto europeo, dal 2014 staziona al 32mo posto ragion per cui, al massimo, si potrebbe dire che non è stato migliorato! Ma è altra cosa rispetto a quanto maldestramente si propaganda. Indubbiamente le battute d’arresto contro Kosovo e Georgia hanno vanificato in gran parte i buoni risultati ottenuti ad esempio contro la Slovacchia ma sul punto, sulle pessime prestazioni offerte nel girone di qualificazione ai Mondiali di Benevento l’autocritica è stata spietata. Con la stessa onestà intellettuale va però sottolineato che mai l’Italia è stata inserita nelle qualificazioni 2 (Q2) ragion per cui mai, nel recente passato, c’è stata l’occasione per potersi confrontare con squadre nazionali come Norvegia (6), Ungheria (11), Russia (13), Bielorussia (13) e che nelle uniche occasioni in cui era capitato un confronto diretto i risultati erano stati disastrosi (sconfitta per 38 a 19 contro la Russia nel 2009 e contro Serbia per 48 a 24 nel 2008!). E se contro Kosovo e Georgia gli Azzurri hanno clamorosamente steccato vanno anche ricordati, con identica onestà intellettuale, le vittorie contro Ucraina (25) e Slovacchia (24).
Si dice che la FIGH abbia investito troppo nell’attività delle squadre Nazionali. Sbagliato. Premesso, come già sottolineato in precedenza, che il CONI assegna alle singole Federazioni un budget da spendere “solo e soltanto” per l’attività Azzurra e quindi “o si spendono quei soldi o te ne assegnano ancor meno”, è il caso di sottolineare come in questo triennio, a fronte dei 309 giorni complessivi di stage siano stati appostati dalla Federazione circa 855.000 euro, mentre, ad esempio, nel 2016 erano stati investiti circa 950.000 euro per complessivi 95 giorni di allenamento….Tutto si può dire tranne che non sia stato ottimizzato l’utilizzo dei fondi disponibili! Anzi…
In conclusione, tralasciando gli eccellenti risultati conquistati a livello Juniores (qualificazione alla fase finale degli Europei centrata per la prima volta nella storia ndr), è doveroso rimandare agli inguaribili ed estemporanei “Savonarola” della pallamano italiana un semplice e necessario spunto di riflessione. Se una Nazionale è lo specchio fedele di un Movimento e, di conseguenza, del Campionato di vertice, si ha memoria dei risultati ottenuti a livello internazionale dai club italiani? Quest’anno, solo per fare un esempio, la Raimond Sassari (una sconfitta ed una vittoria) è stata eliminata in European Cup dal Nicosia campione di Cipro, mentre la Ego Siena nulla ha potuto contro gli sloveni del Gorenje. Onore e merito a chi, almeno e a differenza del passato, ha avuto l’orgoglio ed il coraggio di tentare un’avventura europea ma perché, allora, dimenticare quando si parla di Nazionali la differenza tra l’Italia e il resto d’Europa?