Leggo, osservo, immagino ma in tutte queste azioni non trovo la competenza che cerco. Sono in attesa che qualcosa cambi e lo si faccia già in questo inizio campionato; in ogni serie, in ogni divisione, per ogni categoria, maschile e femminile.
Sento, penso, imparo che tutte le nazioni hanno un problema di giudizio su chi è demandato alla gestione del gioco. Non ci sono perfetti uomini ma uomini preparati, uomini non ricattabili per il lavoro che fanno. Il nostro movimento non spiega la malafede, visto i pochi spiccioli che muove e i pochi interessi politici che coinvolge.
Parlo, ascolto, spiego che la pallamano non è più terra di accordi ne di amicizie trasversali che giustificano la finalità maliziosa di una scelta per e contro una fazione. Abbiamo abitudini “malate”: la paura che il nostro “valore” venga storpiato da decisioni altrui. Questo è vero quando non sei preparato, quando hai bisogno di coprire deficienze vaste del tuo repertorio sgangherato.
Scrivo, emoziono, vivo nell’idea che qualcosa cambierà solo quando noi stessi cambieremo. Lasciando il “sospetto” ad altri sport, più ricchi di noi. Lavoriamo con chi il sabato deve essere aiutato nel proprio lavoro e reso libero da minacce intimidazioni e pochezza di idee. Fate in modo che la questione arbitri non attecchisca come un morbo e diventi l’unico gestore del vostro allenamento. Le regole, queste sconosciute, vanno lette e capite e per chi ha dubbi se ne parli a inizio partita non dopo con toni alterati.
Osservo, indago, convengo che non essendo la questione legata a volontà singole e deviate mi rimane la motivazione più plausibile: chi sbaglia nel dirigere l’incontro è semplicemente impreparato.
Studio, lavoro, correggo sempre nel mio lavoro da atleta e di coach la direzione delle mie informazioni, le vaglio con giudizio di uomo adulto e mi confronto con chi può avere una direzione diversa. Apro al cambiamento che porta in se notizia e positiva crescita.
Domando, stimolo, chiedo:
Chi coordina gli arbitri?
Quali piani si hanno su di loro?
A quanta formazione accedono?
Quale e il loro percorso di carriera?
Come e quali strumenti servono per valutare un arbitro?
Come faccio ad insegnare ai miei giocatori come e cosa pensa un arbitro?
Come si allenano e dove si formano?
È previsto un incontro con gli arbitri con cui avere un confronto?
Proposte da prendere al volo:
a) Le società, in quanto sponsor del settore arbitrale dovrebbero avere accesso alle valutazione settimanali, dei commissari, degli arbitri utilizzati negli incontri;
b) Si utilizzi lo score delle società per creare un feedback dell’incontro arbitrato;
c) Si determini una volta al mese un confronto sull’aggiornamento delle regole di gioco, e le sue singolari interpretazioni. Con un occhio soprattutto ad incontri passati in tv;
d) Si rediga la valutazione di merito da parte delle società sulle singole partite per creare una classifica di merito che premi il miglior arbitro (per età, competenze, atletismo, figura). Sarà lui/loro che potranno rappresentarci in campo internazionale;
e) Permettere agli arbitri di allenarsi con le squadre in amichevoli e tornei ufficiali e non;
f) Aprire a corsi per allenatori tenuti dagli stessi arbitri selezionati sulle capacità reali di espressione formativa.
Max Dovere