Radovic saluta l’Hac: “In Italia solo a Nuoro”

In un campionato poco felice sotto il profilo dei risultati, ha saputo comunque distinguersi per qualità tecniche, morali e temperamento. Nella mattinata di lunedì anche Sandra Radovic ha lasciato Nuoro per fare ritorno in patria. Il terzino dell’Hac ha approfittato del pullman messo a disposizione dall’ambasciata serba e ha raggiunto il Paese balcanico dopo lunghe ore di viaggio.

Sandra, come hai trascorso questo periodo complicato, lontano dalla famiglia e dagli affetti?
Il virus ha cambiato improvvisamente la mia vita come quella di chiunque. Mi mancava la mia famiglia, ma le persone che hanno trascorso con me la quarantena mi hanno fatto sentire come a casa.

Com’è la situazione in Serbia?
Non ci sono stati molti contagi qui, perchè il Governo è intervenuto con delle misure tempestive di contenimento. La situazione, insomma, è meno grave che in Italia. Spero che tutto questo finisca presto.

Quali ‘strategie’ hai utilizzato per ingannare il tempo durante le lunghe giornate in casa?
Mi sono allenata nel mio appartamento, ho cucinato e credo anche di aver preso un pochino di peso (scherza, ndr). Ho sempre cercato di mantenere un atteggiamento positivo e ho usato la quarantena come una sorta di ‘giardino’ di riposo psicologico.

La stagione della Pallamano è ufficialmente terminata già da qualche settimana. L’Hac non è riuscita a vincere, ma non ci sono comunque dei segnali positivi da tenere in considerazione.
Lo zero nella casella delle vittorie conta fino a un certo punto. Impareremo dagli errori, siamo una squadra molto giovane e la mancanza di esperienza si è fatta sentire. La capacità di essere lucidi in campo a livello mentale è importantissima, e, insieme al duro lavoro in allenamento, fa la differenza.

Ti piacerebbe giocare per l’Hac anche nella prossima stagione?
Sono sincera: ho ricevuto tante chiamate in questi mesi, sia dall’Italia che dall’estero. Si trattava di offerte lusinghiere da parte di società importanti. Credo, però, che il mio lavoro a Nuoro non sia ancora terminato. La squadra era in crescita, e con il ritorno in panchina di coach Deiana le cose stavano migliorando. Vorrei finire ciò che ho iniziato, e se dovessi tornare in Italia giocherei solo per l’Hac.

Cosa hai trovato di speciale in Sardegna?
Le persone, prima di tutto. E poi un ambiente in cui c’è solo energia positiva. La gente mi ha accettato fin dal primo giorno. A 16 anni ho iniziato a giocare a pallamano da professionista, ho lasciato la casa e ho dovuto cavarmela da sola. Ho conosciuto tante realtà, ma non avevo mai incontrato persone come quelle di Nuoro. Adoro l’Isola: il mare e le spiagge mi fanno sentire meglio.

Qual è il più bel ricordo che porterai con te da questa esperienza?
Ti dirò una cosa: sono giovane, ma ho un po’ più di esperienza rispetto alle mie compagne. Mi sono resa conto che non importa quante volte cadi, ciò che conta davvero è alzarsi e andare avanti. Ma non da soli! Ho avuto un momento difficile, li abbiamo avuti tutti, ma se lotti assieme a una vera squadra sai che non sei solo. A Nuoro ho vissuto realmente questa sensazione per la prima volta. Posso promettere che la prossima stagione farò del mio meglio e che l’intera città potrà andare orgogliosa di questo club. Voglio ringraziare tutti, ma in particolare coach Roberto Deiana: una persona con un cuore enorme. Ho giocato in altri campionati europei di livello, ma con lui sono cresciuta tanto tecnicamente e sono certa che continuerei a migliorare. Assieme a lui otterremo dei traguardi importanti.