Con la Seconda Divisone Femminile alle porte abbiamo dato voce anche a Serena Pauletto, giocatrice del Raluca che ha ripreso a calcare il 40×20 con la squadra lombarda, dopo uno breve stop.
HandballTime: Dopo un anno di stop sei tornata ad allenarti per partecipare a questa nuova Seconda Divisione Femminile. Che obiettivi ti sei posta e che obiettivi vi siete posti come Raluca?
Serena Pauletto: Giocare in modo dignitoso in modo da essere di supporto alla mia squadra. Come squadra l’obiettivo è sicuramente quello di vincere il campionato.
HandballTime: Quali sono le squadre più competetive di questa stagione?
Serena Pauletto: La squadra che può metterci maggiormente in difficoltà è il Brescia, che come noi, ha una buona esperienza e capacità tecnica. Altre squadre che potrebbero crearci dei fastidi sono Leno e Bancole anche se sono molto più giovani e di conseguenza meno esperte.
HandballTime: Hai fatto parte in passato di una delle squadre più forti d’Italia, nonostante fossi molto giovane. Com’è cambiata secondo te la pallamano in questi anni?
Serena Pauletto: A mio avviso la pallammano d’oggi non è in grado di fornire uno spettacolo, in termini di gioco, equiparabile alla pallamano che ho vissuto io soprattutto nei primi anni di a1 (1994). Noto purtroppo un peggioramento soprattutto nelle nuove leve (la maggior parte per lo meno) un calo dell’impegno, della serietà e del riconoscimento e rispetto dei ruoli.
HandballTime: Qual è la partita che ancora ti fa emozionare ripensandoci?
Serena Pauletto: Quella giocata nel campionato di a2 nel 2003: eravamo allenate da Dovesi, match contro il Ferrara…è stata una partita molto tirata..dove alla fine ci siamo stra guadagnate la vittoria, ma soprattutto la partecipazione ai play off.
HandballTime: Sappiamo anche che sei mamma quindi ti chiediamo: cosa diresti ad un bambino per convincerlo a giocare a pallamano?
Serena Pauletto: Partendo dal presupposto che per me lo sport di squadra è salutare sotto tanti punti di vista…a un bambino consiglierei la pallamano innanzitutto per il divertimento del gioco, il bello dello stare coi propri coetanei e il sentirsi parte di una squadra, imparando anche il rispetto delle regole.