C’è crisi. Quante volte nel giro degli ultimi anni si sono udite queste parole, ormai divenute pan quotidiano nel nostro Paese, dette da chi la crisi la vive davvero e da chi, invece, le utilizza soltanto come scusante.
Una crisi che si affaccia su più fronti, certo, non ultimo quello dei cosiddetti sport considerati “minori”: crisi che si riversa, dunque, anche nel mondo della pallamano. Così, vuoi per un motivo od un altro, sia nel massimo campionato maschile che femminile si è assistito a diverse rinunce importanti che, senza dubbio, non hanno lasciato indifferenza.
Dopo aver fatto incetta di titoli nazionali a livello giovanile, dopo essersi ritagliata un importante spazio tra le “prime della classe” dando sempre filo da torcere alle avversarie, la Pallamano Mestrino, terza classificata nello scorso campionato di A1 femminile, ha dovuto rinunciare alla massima divisione nazionale.
Il tecnico delle venete, Diego Menin, ha illustrato i motivi di questa scelta: “Per quel che riguarda Mestrino, una improvvisa mancanza da parte di un paio di grossi sponsor ha portato alla decisione di ridimensionare l’attività della prima squadra così da preservare invece l’attività giovanile. Scelta dolorosa, ma obbligata.
Il fatto di essere riusciti lo scorso anno a vincere i titoli giovanili non deve ingannare, nel senso che i costi per l’attività di vertice sono molto diversi rispetto a quelli necessari per l’attività di base. Nel primo caso incidono molto le spese di trasferta e le tasse gara che, in una situazione di congiuntura economica, sommate al mancato introito delle sponsorizzazioni, ha messo la società di fronte al l’impossibilità della permanenza in AF.
Iscriversi alla ceca (cioè senza una sicurezza economica di base) al massimo campionato femminile poteva comportare, nell’arco di una annata, la scomparsa della società mestrinese – prosegue l’allenatore – e così, come nel 2010, oggi si rinuncia alla categoria superiore per l’impossibilità di sostenerne i costi, soprattutto se rapportati a quelli per una seconda divisione femminile. Manterremo comunque il nostro tipo di attività sportiva dilettantistica sempre altamente professionale allo scopo di far crescere al meglio le nostre tesserate ”.
Stesso discorso per lo Scinà Palermo, compagine sicula che lo scorso anno, alla prima esperienza nel massimo campionato di serie, ha conquistato un quarto posto finale in campionato, assicurandosi lo stesso egregio risultato anche in Coppa Italia, nonché la partecipazione alla competizione europea “Challenge Cup”.
“La forte crisi economica ha reso difficile trovare contributi da parte di privati, inoltre gli Enti territoriali hanno tagliato i contributi alle società sportive – dichiara Silvia Di Dio dello Scinà Palermo – tutto ciò non ha permesso di continuare l’ attività , vista l’impossibilità di affrontare le spese di un campionato oneroso come quello di Prima Divisione. E dire che Palermo si candida come “Capitale Europea dello Sport”.
“Le squadre, sempre in numero minore e di cui molte del nord, ci avrebbero costretto a trasferte molto gravose, nonché le tasse gara onerose, la ripresa obbligatoria, la partecipazione alla Coppa Italia, la mancanza di incentivi ed altro ci ha portato a questa drastica decisione. Per gli sponsor di un certo livello se non hai visibilità mediatica neanche ti prendono in considerazione: purtroppo non è calcio, che addirittura viene sponsorizzato anche a livello di campionati giovanili”.
“A Palermo è diventato difficilissimo praticare sport minori ad un certo livello, gli impianti comunali non sono gratis, stiamo cercando di avviare i CAS in diverse scuole anche in provincia con la speranza di poterci auto-sovvenzionare: un piccolo aiuto che ci servirà per non morire, perché se gli Enti e gli sponsor non aiuteranno l’attività sportiva delle società dilettantistiche saremo destinati ad abbandonare. Parlano, parlano.. ma niente fatti! Adesso la regione ha approvato un decreto per tutte le società dilettantistiche siciliane, ma significa che avremo un piccolissimo contributo a testa”.
“Quindi a questo punto bisogna per forza trovare un grosso sponsor e un piccolo aiuto con l’avvio dei Centri Sportivi per poter continuare l’attività. Ci vuole, a mio avviso, anche una collaborazione seria tra CONI, Federazioni e Comune, dato che scuole ed impianti sono comunali, per poter organizzare l’attività promozionale”.
Non da meno è la situazione in campo maschile. Diverse sono le società che, a causa di varie problematiche, hanno dovuto rinunciare alla massima serie: Teramo, Chieti, Palermo, Oderzo per citarne alcune.
Così come la Noci Handball Team. La formazione pugliese, nel giro di due anni, è riuscita a trionfare dapprima in Serie B e poi nel campionato di A2 maschile; non ultimo, lo scorso mese di giugno, è arrivato il titolo di Campione d’ Italia nella categoria Under 16. La squadra maggiore, insomma, ha fatto incetta di vittorie che erano valse la partecipazione al campionato di prima divisione, eppure la società non si è iscritta, come sottolinea il presidente Vittorio Lippolis:
“Ammetto che non è stata una scelta facile ma assolutamente necessaria: ho sempre creduto nella politica dei piccoli passi, nel fare le cose a seconda delle possibilità. Quando abbiamo cominciato a capire che i conti non tornavano e diverse aziende sponsor non potevano sostenerci nella nuova stagione, avremmo potuto sottovalutare il problema, iscriverci alla Serie A e sicuramente abbandonare tutto a metà percorso non avendo le possibilità economiche per terminarlo, prendendo in giro noi stessi prima che la squadra e i tifosi”.
“Essere presidente di un team significa accollarsi anche le responsabilità più pesanti – sottolinea – prendere decisioni meno popolari ma oculate nel lungo periodo: e così abbiamo deciso di ripartire dalla B, puntando tutto sui nostri giovanissimi, eliminando gli ingaggi onerosi per i big e cominciando a programmare sin da ora per il prossimo anno”.
“È un momento davvero delicato per tutti gli sport, non solo la pallamano: tante aziende non sono più in grado di assicurare sponsorizzazioni importanti ed è davvero difficile far quadrare i conti. Ci proveremo quest’anno ma sopratutto negli anni a venire, sperando di riportare presto il club in Serie A con i nostri talenti nocesi, così da rimanerci più a lungo possibile”.