Settore arbitrale: un progetto ambizioso

By Stanislao Rubinetti, candidato Consiglio federale FIGH

Purtroppo, in questo momento, il livello dell’arbitraggio in Italia non può considerarsi soddisfacente, anche se, va detto, al pari di quello del gioco delle squadre. Sono evidenti la mancanza di uniformità nell’applicazione del regolamento e alcune carenze nell’impostazione generale delle gare da parte degli arbitri, i quali sembrano abbandonati a se stessi. S’impone quindi una profonda revisione del settore a cominciare dal regolamento, la cui modifica farà parte delle riforme federali, e dall’individuazione dei soggetti, di sicura competenza in materia, che avranno la titolarità e la responsabilità delle designazioni degli arbitri e dei commissari speciali; soggetti che saranno coordinati dal Presidente del settore e non più riuniti in indefinite commissioni che deresponsabilizzano il ruolo dei singoli e rendono poco chiare le origini delle decisioni prese. Prima dell’inizio dei campionati saranno organizzati i raduni, a livello nazionale e regionale, per gli arbitri e i commissari (insieme) perché è impensabile che gli arbitri partecipino separatamente al momento più importante della loro formazione annuale; raduni che avranno un taglio il più possibile pratico e vedranno il contributo fattivo del Settore Tecnico e, se possibile, per le riunioni a livello nazionale, di esperti di livello internazionale. La formazione sarà perno centrale del Settore Arbitrale e sarà attuata, anche utilizzando le moderne tecnologie, in tutte le occasioni possibili, quali tornei, finali e concentramenti, che serviranno altresì allo scopo di individuare giovani talenti da seguire con più attenzione per quel ricambio obbligatorio che il settore deve favorire. Nessuna posizione di rendita potrà essere accettata; ogni arbitro, di qualsiasi livello, dovrà sapere che c’è alle sue spalle un movimento che spinge per l’avvicendamento, a tutto vantaggio delle prestazioni in campo. Di conseguenza, sarà posta maggiore attenzione nella distribuzione delle designazioni, oggi palesemente sbilanciate quantomeno dal punto di vista numerico. Nessun arbitro sarà più lasciato di fatto inattivo per un intero campionato mentre alcuni suoi colleghi sono designati pressoché tutte le giornate; un’abitudine che avvilisce soprattutto i neopromossi e disperde un patrimonio di tutti. I commissari speciali torneranno sul campo perché l’idea che si possa giudicare un arbitro dal divano di casa, utilizzando il televisore, non ha funzionato ma, al contrario, ha creato un completo distacco tra la classe arbitrale e chi avrebbe dovuto formarla, istruirla e sostenerla; anche perché, in tal modo, si offre un segno tangibile della presenza della Federazione, utile anche dal punto di vista della prevenzione. Sarà creato, a partire dal prossimo campionato, un gruppo di “supervisori” che avranno il compito di sovrintendere all’operato dei commissari e alla formazione arbitrale in generale, allo scopo di garantire la maggior uniformità possibile nell’applicazione del regolamento. Gli stessi, coadiuvati dai commissari, si occuperanno di ristabilire una rete di sezioni arbitri su tutto il territorio nazionale e di aiutare i responsabili locali offrendogli una formazione qualificata non solo per quanto riguarda i corsi arbitri, ma anche durante tutta la stagione sportiva; ad esempio, organizzando incontri in occasione di gare di livello nazionale che si disputeranno in prossimità delle sezioni. Sul fronte del reclutamento, almeno per le categorie giovanili, sarà creata una sinergia con le società per l’individuazione di giovani giocatori che possano transitare nei ruoli arbitrali. Corsi per arbitri di “Beach Handball” saranno organizzati in base alle effettive esigenze dei rispettivi campionati. Sarà cura del nuovo settore arbitrale ripristinare premi annuali per i migliori arbitri, intitolati a ex arbitri o a figure che hanno onorato la storia della pallamano, da consegnare pubblicamente in occasione dei raduni nazionale e regionali quale meritato riconoscimento per le prestazioni effettuate durante il campionato. Maggiore attenzione sarà posta nella cura dei rapporti tra “Settore Tecnico” e “Settore Arbitrale”, finora apparsi come due comunità che vivono su pianeti differenti; saranno quindi “ridotte le distanze” e organizzati progetti, programmi, raduni e confronti comuni, nonché commissioni miste che possano affrontare e risolvere, in maniera condivisa e dal punto di vista tecnico, le numerose problematiche che si evidenziano sui campi di gioco. Un progetto sicuramente ambizioso viste le condizioni attuali, ma che, ne sono certo, entro il quadriennio olimpico potrà riportare gli arbitri italiani, grazie al loro impegno e a una nuova dirigenza competente, ai livelli che gli sono propri.