Si ritorna sempre di più verso la normalità in Sicilia. Visto l’andamento della situazione epidemiologica, il presidente della Regione Musumeci ha firmato una nuova ordinanza che, a partire da sabato 20 giugno, permette lo svolgimento degli sport di contatto (quindi anche la pallamano), nel rispetto delle disposizioni di prevenzione del contagio previste nell’ultimo decreto del presidente del Consiglio dell’11 giugno scorso. Sullo stato della pallamano siciliana e sulle prospettive personali, abbiamo parlato con Salvo Cardaci, nelle ultime tre stagioni allenatore dell’H.C. Mascalucia in serie A2 maschile e attuale coordinatore tecnico in Sicilia per conto del settore tecnico nazionale. – E allora si riparte davvero? “Pare proprio di si – esordisce così il prof. Cardaci – anche se nelle ultime settimane quasi tutte le squadre avevano già iniziato a lavorare dal punto di vista atletico. Sono stati mesi assai difficili per tutte le famiglie italiane e quindi anche per gli sportivi con lo stop ai vari campionati e la lunga “quarantena” che ci ha visto rimanere in casa per tante settimane. Ma il peggio sembra essere passato e si prova a ripartire”. – Cosa succede adesso dal punto di vista sportivo? “Tutte le dirigenze iniziano a programmare la nuova stagione sportiva con la federazione nazionale che ha emanato il nuovo vademecum, deliberato i sostegni a tutte le società sportive e fissato i termini per le iscrizioni ai vari campionati nazionali di serie A1 e A2 maschile e ai tornei regionali di categoria”. – E in Sicilia cosa si prospetta? “In Sicilia torneremo a vedere finalmente due formazioni in massima serie sia in ambito maschile sia femminile. Albatro Siracusa e Handball Erice hanno acquisito la possibilità di fare il salto di categoria, avendo chiuso al primo posto la stagione, e quindi tiferemo per loro affinché possano disputare dei campionato d’avanguardia. Per il resto in A2 ma anche in serie B saranno parecchie le formazioni siciliane impegnate e spero tanto che riparta anche il settore giovanile che tante soddisfazioni ha regalato negli ultimi anni”. – Quest’anno ha già deciso dove allenare? Alcuni rumors di mercato parlavano di un suo ritorno ai massimi livelli? “A dire il vero non ci ho ancora pensato concretamente anche se nei prossimi giorni vedrò i dirigenti del Mascalucia con i quali sono in ottimi rapporti e abbiamo fatto un eccellente lavoro nelle ultime stagioni. Per i rumors si è vero ho avuto qualche proposta ma come detto altre volte, non mi va di stravolgere la mia vita e quella della mia famiglia e quindi ho deciso di restare vicino a dove abito e lavoro”. – Oltre ad essere stato allenatore per tanti anni in massima serie, sei anche il coordinatore tecnico regionale. La domanda è dunque d’obbligo: perché in Sicilia il livello tecnico si abbassa sempre di più e gli appassionati sono sempre meno? Cosa si potrebbe fare per migliorare questa situazione? “Le risposte sono diverse. Innanzi tutto negli anni scorsi gli Enti (Regione Siciliana in primis) sostenevano molto di più lo sport e quindi la mancanza di sostegni economici adeguati e la cronica mancanza di sponsor ha fatto sì che lentamente, ma progressivamente, scomparissero tante realtà di pallamano (maschili e femminili) che avevano saputo ottenere (vedi per esempio l’Ortigia Siracusa tra i maschi, la De Gasperi Enna e l’Eos Siracusa tra le donne) anche impensabili conquiste di scudetti tricolori. E poi la pallamano, e lo dice chi insegna alle medie, non è mai stato uno sport da far praticare a scuola con tanti miei colleghi che alla disciplina della pallamano preferiscono far praticare ai propri studenti la pallavolo, la pallacanestro, l’atletica leggera e in questi ultimi anni anche il calcio a cinque”. – Cosa fare per migliorare la situazione? “Intanto una maggiore visibilità per la nostra disciplina e pare che qualcosa stia iniziando a muoversi, qualche sponsor che si ricordi anche dell’esistenza della pallamano come disciplina olimpica, gli Enti che dovrebbero sostenere adeguatamente questo sport, così come fanno per gli altri sport “maggiori” e poi, soprattutto, portare la pallamano a scuola con tecnici qualificati che possano affiancare le maestre (alle elementari) e i prof. di scienze motorie (alle medie) per far sì che un ragazzino o una ragazzina approdi alla pallamano in età giovanile e non quando magari ha provato tanti sport e poi un parente, un fidanzato o altri amici gli consigliano di provare a praticare questa ‘nuova’ disciplina sportiva”.